Siena stoppa Macrì L’elezione del sindaco rinvia le scelte in Estra

Lunedì doveva esserci l’assemblea dei soci con il ritorno alla presidenza del dirigente di Fdi. Ma, dopo l’uscita di scena di Piazzi, Fabio chiede tempo.

Siena stoppa Macrì  L’elezione del sindaco  rinvia le scelte in Estra

Siena stoppa Macrì L’elezione del sindaco rinvia le scelte in Estra

di Pino Di Blasio

L’assemblea dei soci di Estra, lunedì prossimo, approverà i bilanci della holding energetica, ma rinvierà a data da destinarsi il dossier nomine del nuovo consiglio d’amministrazione in cui il dirigente di Fratelli d’Italia Francesco Macrì dovrebbe tornare presidente, dopo la nomina nel Cda di Leonardo, l’ex Finmeccanica. Siena però non è pronta, Intesa (che ha il 25% di Estra), farà leva sulle elezioni amministrative appena concluse, sul sindaco di Siena Nicoletta Fabio che non ha ancora iniziato il mandato, per concordare con Coingas di Arezzo e Alia di Prato-Firenze, il pacchetto dei 5 consiglieri e la ripartizione degli incarichi di governance.

Le difficoltà di Siena, però, sono più legate ad altri fattori, a partire dal rischio di essere il socio più debole nella nuova Estra. Dopo oltre un anno nel corso del quale Alessandro Piazzi è stato sia amministratore delegato che presidente, per la decadenza di Francesco Macrì imposta dall’Autorità Anticorruzione, Prato rivendica la poltrona di amministratore delegato, oltre a quella di dg, forte del suo 39% di quote. E Arezzo, dopo che Macrì è uscito indenne dai processi e dalle inchieste, ha già indicato come unico nome quello dell’ex presidente. Che vuole tornare a sedersi sulla poltrona più alta di Estra. Con certezze più granitiche dopo la recente elezione di Paola Petruccioli alla presidenza di Coingas e il passo indietro di Franco Scortecci.

Cosa resterebbe alla senese Intesa, che ha la stessa percentuale di Arezzo, e che deve fare i conti anche con Alessandro Piazzi fuori gioco per problemi di salute? Gli altri soci hanno offerto a Siena la vice presidenza e la presidenza del collegio dei revisori, una perdita di peso politico nella governance più che evidente.

Tra Prato e Arezzo, c’è una convergenza di vedute sulla multiutility toscana e sull’ingresso di Estra nella grande holding dei servizi pubblici, forgiata dai sindaci Nardella e Biffoni.

Un altro indizio di questo patto sulla multiutility è il nome di Alia per la poltrona di amministratore delegato di Estra: sarà uno tra il presidente Nicola Ciolini e l’amministratore delegato Alberto Irace, un passato in Publiacqua e Acea, il vero architetto della holding pubblica toscana. Se la pratese Alia è più sparata, Arezzo si muove con più cautela e chiede di riflettere anche con Siena. E di affrontare il nodo nomine e il dossier multiutility su tavoli paralleli e sfalsati temporalmente.

Come possono reagire Intesa e i Comuni senesi? Può bastare fare melina, far pesare i patti parasociali che obbligano all’accordo tra i tre soci forti per raggiungere il 78% del capitale necessario per eleggere governance e cda di Estra? Prima o poi una soluzione andrà trovata, una società con 1 miliardo 777 milioni di ricavi, che dà lavoro a centinaia di dipendenti e che è un player nazionale nel settore dell’energia, non può continuare a lungo senza nessuno seduto sulla plancia di comando.

I sindaci dei Comuni della provincia, che hanno la maggioranza rispetto a Siena, dovrebbero prima trovare un accordo anche con il sindaco del capoluogo Nicoletta Fabio, o con i suoi azionisti di maggioranza. E poi trattare con Arezzo e Prato per avere due consiglieri e il direttore generale.