
L'attesa ai cancelli
Arezzo, 6 luglio 2019 - Prima il panico, appena il video dei maltrattamenti è rimbalzato in rete. Poi la corsa verso «L’isola della fantasia», regolarmente aperta dalle due educatrici estranee alla storiaccia, per portar via figli e nipotini e coccolarli al sicuro, lontano da quella cattiva maestra. Arriva sgommando una coppia di nonni, Ciro Ceraso e Immacolata Urbinati. «Ci ha telefonato nostro genero - racconta il marito - dal nord Italia. Ha riconosciuto i locali e ci ha chiesto di correre a prendere il bambino. E’ incredibile, quella donna andrebbe punita con la galera».
E la moglie rincara: «Non mi permetterei neppure io di alzare un dito su mio nipote. E’ la mia vita e ci eravamo fidati di quella persona. Col senno di poi mi ero accorta che qualcosa non andava. Quando veniva a scuola era più nervoso e qualche sera con gli occhi rossi, come se avesse pianto. Spero che siano presi tutti i provvedimenti necessari, ma se la signora fosse qui non so come reagirei».
E’ infuriata Lyanne Mossuto, madre di una bimba di due anni: «Mi fidavo della titolare, l’ho sentita anche giovedì per telefono e non mi ha detto nulla. Stavo lavorando e mia sorella mi ha telefonato perchè nelle immagini c’era la stanza dove cambiano i pannolini. Ho guardato il video, neanche tutto, e sono corsa. Ho il timore che la mia bambina possa essere una delle vittime e forse sporgerò denuncia. Ora sono soltanto arrabbiata».
Sara Dell’Eugenio è tornata dal lavoro e come ogni giorno è passata a riprendere il figlioletto: «Non mi sono mai accorta di niente né il mio bimbo mi ha fatto intendere di essere in difficoltà. Anzi adora le altre due insegnanti. Solo una volta, ora che ci penso, mi ha detto che quella maestra faceva ‘tottò’, ma noi non lo abbiamo mai sculacciato. Ho chiesto cosa volesse dire e non ha saputo spiegarmelo».
Ai cancelli si presentano pure i genitori di chi ha frequentato la struttura nei mesi scorsi. «Mia figlia - ricorda Giuseppe Palazzo – è stata qui da gennaio a giugno. Nelle ultime due settimane mi diceva sempre che non voleva più venirci. Chissà... Non l’ho mai picchiata e quel video è da incubo. Sono venuto per capire se tutte le famiglie possono fare qualcosa insieme».
E se la condanna della responsabile delle violenze è un coro compatto, è unanime la difesa delle altre due maestrine: «bravissime« nel sentire generale. A confortarle in un momento delicatissimo c’è il babbo di una di loro, Marco Bagiardi: «Mia figlia non si era resa conto di niente e all’arrivo dei carabinieri è rimasta sconcertata. Stamani mi ha chiamato piangendo. Sono sconvolte e molto provate perchè si dedicano con tutto il cuore ai loro alunni».
Sull’inqualificabile episodio ha preso posizione anche la prima cittadina di Montevarchi Silvia Chiassai Martini che ha espresso vicinanza ai familiari dei bimbi e garantito tutto il sostengo possibile da parte del Comune.