
Si farà il ripetitore vicino al Santuario. Sentenza del Tar e rabbia del comitato
di Claudio Roselli
Il traliccio con il ripetitore della telefonia mobile in località "La Gattina" si farà. Una sconfitta per il locale comitato "No antenna", che da mesi si batte per impedirne l’installazione appena un chilometro fuori dal centro abitato, lungo la strada che collega con il Santuario della Madonna del Carmine. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana ha infatti accolto le ragioni di Inwit Spa, la società che opera nel settore delle infrastrutture per le telecomunicazioni elettroniche e quindi i lavori potranno riprendere laddove è stata già gettata la base in cemento. Senza dubbio, il fatto che quella zona – per quanto incantevole dal punto di vista paesaggistico – non sia sottoposta ad alcun vincolo ha avuto il suo peso nella decisione adottata.
"Tutti gli argomenti sciorinati con sicumera dal sindaco sono miseramente crollati – scrive il comitato nella nota – e nonostante il nostro tentativo di impedire un simile scempio, la chiusura dell’amministrazione comunale a ogni tipo di collaborazione ha reso impossibile qualsiasi nostro tentativo, anche in extremis". Il comitato parla poi di sconfitta personale per il sindaco, criticato per aver dimostrato "incapacità e distanza dai cittadini" e preoccupato "più di tagliare nastri in provincia che di proteggere il suo territorio, di collaborare con una popolazione alla quale dovrebbe garantire protezione e di dotare il suo paese di un piano antenne". "Lui però potrà almeno tentare di rifarsi la faccia politicamente – aggiunge il comitato sul conto di Alessandro Polcri – mentre gli anghiaresi hanno irrimediabilmente perso, dal momento che in futuro dovranno godersi ‘per sempre’ lo spettacolo di un megatraliccio in una delle zone da loro più amate, adornato dalle tante antenne che via via gli verranno aggrappate sopra, le quali irradieranno con forza sopra le loro teste e su quelle dei tanti concittadini che abitano la via del Carmine. Oltre al danno, sempre gli anghiaresi subiranno poi le beffe: sono infatti loro che dovranno pagare le spese legali ed eventualmente i danni a Inwit SpA per una gestione superficiale e improvvida da parte di chi li amministra. I cittadini, ammirando il traliccio, si ricorderanno negli anni a venire chi ringraziare: chi per bieco amore del profitto, per evidente incapacità o per estrema arroganza, si è preso l’enorme responsabilità di rovinare il territorio".
La vicenda è venuta alla luce mesi addietro e quando i residenti della zona lo hanno saputo - con l’appoggio sia dei cittadini che amano frequentare quei luoghi anche per andarvi a passeggio, sia dei capigruppo di minoranza, Mario Checcaglini e Danilo Bianchi – si sono subito mobilitati, organizzando la manifestazione del 2 marzo e chiedendo la discussione dell’argomento nel consiglio comunale successivo, più una seduta aperta.