Alberto Pierini
Cronaca

Scuola, verso microfoni anti-virus per i prof. Curtolo: "Contano vaccini e bus"

La misura limiterebbe la diffusione di «aerosol». Anche i presidi scettici Allo studio aerazioni e sistemi di filtro. La Provincia distribuisce i purificatori

Curtolo

Arezzo, 17 luglio 2021 - Si chiama microfono ma in realtà somiglia da matti ad un banco con le rotelle. Il simbolo antiCovid del ritorno a scuola del 2020 vira verso uno degli strumenti doc del terzo millennio. Entrambi sdoganati dall’istituto superiore di sanità che ha elencato una serie di indicazioni utili in vista della prima campanella. Una delle più eclatanti sono i microfoni per i professori.

Motivo? Con la variante Delta bastano meno particelle per il contagio. Quindi se un insegnante tiene un tono di voce alto nelle spiegazioni rischia di diffondere più «aerosol». Con il microfono passerebbe la paura: sussurra, il suo sussurro è amplificato fino a Pierino nell’ultima fila, e le particelle escono con la coda tra le gambe. Un «coup de theatre» che tiene banco nell’estate che precede il nuovo ingresso in classe.

Ma che lascia freddi, a tratti freddissimi gli addetti ai lavori. In testa il provveditore Roberto Curtolo. «E’ vero, è uno dei tormentoni di questa estate tra un anno scolastico e l’altro. Vogliamo dirlo chiaro e forte?» e lo esclama senza neanche chiedere il sostegno di un microfono. «Quello che conta sono i vaccini per mettere in sicurezza gli studenti e il personale.

Più i trasporti, gli autobus che limitino i rischi di accesso e di uscita dagli istituti. Tutto il resto è contorno». Non è ancora chiaro? «Un palliativo, che magari serve a distogliere l’attenzione da quello che fatichiamo ad ottenere da quasi due anni». E la partita, insiste Curtolo, è durissima.

«Le prove Invalsi hanno dimostrato le carenze di preparazione frutto di due stagioni quasi esclusivamente in didattica a distanza». Pacato, si riposiziona al centro. «La dad è preziosa quando diventa un’integrazione delle lezioni in presenza: ma non è assolutamente in grado di sostituire completamente quelle lezioni». Quindi l’obiettivo è di ripartire al 100% in classe.

«Ed è un obiettivo sul quale contano poco i microfoni, contano solo bus e vaccini». «Inutili, del tutto inutili» sentenzia dal liceo Pier della Francesca il preside Luciano Tagliaferri. «In classe i prof non devono urlare, non funziona. E le porte possono rimanere aperte». Solo un filino più possibilista il preside del’Itis Alessandro Artini. «So che sta maturando questa novità. Noi dovremmo dotarcene, è chiaro che non abbiamo microfoni sufficienti per tutte le classi. E quindi si tratterebbe di vedere eventuali finanziamenti e risorse».

Ma anche lui riporta la «chiesa» al centro del villaggio. «La vera questione è il ricambio d’aria, direzione sulla quale attrezzarci: anche perché il contagio passa anche da situazioni non didattiche, ne corridoi, dove i microfoni cambiano poco». Una linea che batte lo stesso istituto superiore della sanità. Parla di aerazione, di rilevatori di anidride carbonica, di screening periodici di ragazzi e insegnanti.

E qui trova una spinta forte della Provincia. La presidente Silvia Chiassai è impegnata nella distribuzione di purificatori d’aria a tutte le scuole. Testati per abbattere i «germi» fino al 99%. Da agosto dovrebbe scattare la vaccinazione intensiva degli studenti, da settembre riprendere lo screening di «Scuole Sicure». Per i trasporti la forbice resta la solita: più bus o orari scaglionati. Cercasi microfono in grado di farci uscire da questa eterna strettoia.