SCUOLA MEDIA "LEONARDO DA VINCI" - ISTITUTO MAGIOTTI MONTEVARCHI

Il racconto di un tredicenne che ha trovato la sua strada grazie all’attività agonistica

SCUOLA MEDIA "LEONARDO DA VINCI" - ISTITUTO MAGIOTTI MONTEVARCHI

SCUOLA MEDIA "LEONARDO DA VINCI" - ISTITUTO MAGIOTTI MONTEVARCHI

"Lo sport per me è come scappare da una prigione, scappare dai problemi. Quando sono in campo non esistono più preoccupazioni, mi impegno solo nell’attività che sto facendo". A parlare è Ostibel Silfamatos, un alunno di tredici anni della classe terza delle medie Magiotti, che racconta di come lo sport sia diventato per lui un veicolo di maturità e cambiamento.

Ostibel è arrivato in Italia da Santo Domingo, capitale della Repubblica Dominicana, a 7 anni per motivi di studio. Inserito al secondo anno della scuola primaria Don Milani, ha avuto i primi problemi a causa del suo carattere che lui stesso definisce irascibile. "Non davo retta agli insegnanti - racconta – facevo di testa mia, dormivo in classe, insomma avevo un atteggiamento non idoneo. Ero arrabbiato perché mi mancavano mia mamma e mio fratello che sono rimasti lí". Alla fine del terzo anno poi, grazie anche al supporto di una coetanea del suo paese di origine, che lo aiuta con la lingua italiana, inizia ad integrarsi.

Nonostante i progressi, il passaggio alla scuola secondaria non è stato facile: "Ero in ansia per il cambio di scuola: più professori, più discipline e più problemi. Non ascoltavo i docenti e i loro consigli, mi tappavo le orecchie, ero oppositivo ed avevo voti bassi".

Anche il legame con i nuovi compagni ha tardato a formarsi: "Quando eravamo in palestra – ricorda Ostibel - e formavamo le squadre, non venivo mai scelto se non per ultimo. Ero una testa calda e ribelle". All’improvviso c’è stata la scintilla che ha dato via ad un cambiamento. "Ho deciso di aprirmi agli altri, - rivela - ai consigli dei professori e degli amici e lo sport è stato un veicolo per questo, mi ha aiutato ad integrarmi e ad essere migliore". Quando ha iniziato a lasciarsi alle spalle la rabbia ed iniziato ad applicarsi agli sport, ha scoperto il suo talento per il basket, e non solo. "Ho usato il gioco come un mezzo per liberarmi dai miei problemi e, quando ho visto che mi riusciva quello che facevo, mi sono lasciato trasportare".

Ostibel, diventato capitano della squadra di pallavolo maschile della scuola e abile giocatore di basket, ha trovato nell’attività sportiva, e nel supporto di amici e docenti, un modo di scoprire se stesso e acquisire consapevolezza delle proprie capacità. "Non sono più così irascibile, sono diventato responsabile, calmo. Adesso i miei compagni, quando facciamo le squadre, mi scelgono per primo".

Il suo paese gli manca ancora ma meno di quando è arrivato in Italia e sogna di far diventare l’attività sportiva una carriera. "Lo sport aiuta a crescere e a sfruttare le potenzialità che una persona ha da sola e in gruppo, perché stare in squadra significa vincere insieme".