
Roberto Curtolo (al centro) coi collaboratori, Lucia Tanti e Alessandro Polcri
Ha in tasca le chiavi di una nuova avventura. Intanto, Roberto Curtolo, chiude la porta dell’Ufficio scolastico regionale che ha condotto da gran timoniere. Ieri l’ultimo giorno di lavoro al provveditorato aretino, altra tappa della sua lunga carriera al servizio della scuola: una vita tra i ragazzi e in squadra con presidi e insegnanti. La pensione è solo una stazione del viaggio che prosegue. Forse ancora in città.
Curtolo, con quale stato d’animo ha salutato i suoi collaboratori?
"Con una grande serenità per il lavoro fatto e con un certo rimpianto per le persone che lascio, ma al tempo stesso con la sicurezza di aver trasmesso loro un modello di lavoro e di approccio umano. Il rimpianto c’è, perchè Arezzo è stato il mio primo incarico ed ha continuato ad esserlo negli anni, è la città dove ho lavorato e vissuto di più i miei compiti di dirigente dell’amministrazione scolastica. Spero di poter, in altra veste, continuare e contribuire a far crescere la comunità scolastica del territorio".
La vicesindaco Tanti ha ipotizzato una collaborazione con il Comune. Cosa bolle in pentola?
"Ne parleremo. Sono a disposizione dell’amministrazione comunale se riterrà di volersi avvalere delle mie competenze.
Che legame ha con la città?
"Un legame molto forte, qui sono arrivato nel 2016. Continua ad essere la mia città e anche se vivo a Scandicci. I miei affetti sono prevalentemente qui".
Un personaggio e un progetto che hanno lasciato il segno nella sua esperienza aretina?
"Franco Vaccari e Rondine sono stati per me un grande stimolo. Hanno rappresentato un impegno molto importante sul piano professionale e una scommessa da portare avanti e che oggi è diventata un progetto accettato dal ministero e sottoscritto dal ministro Valditara".
Quale?
"Le sezioni Rondine nelle scuole d’Italia. Dunque, non solo una sperimentazione aretina ma nazionale, da Trento alla Sicilia. Quest’anno, come ha già ricordato Vaccari, la campanella suonerà per 34 sezioni Rondine in tutt’Italia. Spero si possa continuare a collaborare su un modello educativo innovativo. L’altra iniziativa, è il campionato di giornalismo promosso da La Nazione: un’opportunità di crescita per i ragazzi".
Che scuola aretina lascia?
"Una scuola più consapevole della propria forza e delle proprie qualità; una scuola capace di fare rete ed essere un modello per tutta la regione. Abbiamo avviato tante iniziative, tra queste il Google Center al liceo Piero della Francesca, terzo polo in Toscana; dei cinque poli per la formazione Pnrr, tre sono nella provincia di Arezzo".
Cosa non è riuscito a fare?
"Ho fissato obiettivi e ho cercato di portarli in fondo entro il mio mandato. In città lascio in eredità una realtà consolidata: Cori in Circolo, iniziativa con il Circolo artistico, partita con poche formazioni e arrivata alla prossima edizione con 30 cori scolastici".
Il suo messaggio a studenti e prof per il rientro in classe?
"Ogni scelta è personale e richiede assunzione di responsabilità. Ogni scelta richiede impegno e fatica, solo così i risultati potranno essere soddisfacenti e qualunque essi siano, ognuno saprà di aver dato il massimo. Ai ragazzi dico: impegnatevi al massimo affinchè i vostri sogni si realizzino".