Scortecci fa il vuoto, Cicerchia non rischia Colombina in vetta con il minimo sforzo

Basta un 5 di Gianmaria a indirizzare un’edizione con un livello tecnico inferiore alle aspettative. I gialloblù raggiungono Colcitrone a 38

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di Federico D’Ascoli

Come un effetto ottico. Quando sembra che la distanza tra Santo Spirito e il resto del mondo sia finalmente accettabile arriva una Giostra in cui un fuoriclasse come Elia Cicerchia può permettersi di tirare un 3 sul numero per portare a casa la lancia d’oro del Thévenin, la trentottesima della storia di Santo Spirito, quella che riporta in cima all’albo d’oro la Colombina in coabitazione con Colcitrone. Sembra un giallo con il finale già scritto: il maggiordomo che uccide la Giostra con il sesto cinque consecutivo è Gianmaria Scortecci, l’unico che conferma in pieno ciò che ha fatto vedere nelle prove mentre la delusione e gli interrogativi tecnici degli altre tre quartieri sono grandi come una casa.

La piazza sembra quella dei tempi d’oro, non ci sono per fortuna le esagerazione e le mosse di disturbo alle carriere rientrano nell’ambito della normale amministrazione.

I capitani non riservano sorprese sull’ordine in lizza, le prime carriere sono riservate agli esordienti e alle prime lance.

L’attesa per il debutto di Francesco Rossi dopo undici anni di gavetta in piazza Grande è amarissima: il debuttante di Porta del Foro potrebbe approfittare della piazza ancora fredda dopo l’inno del Saracino, ma la forma smagliante della settimana si scioglie in quattro secondi e rotti senza mordente. Sembra sentire il peso del costume: la carriera che conta è diversa da tutte quelle viste in settimana. Molto peggio: il 3 che arriva dopo attenta misurazione sembra già una sentenza sulle speranze della Chimera di ripetersi in notturna dopo l’exploit di tre anni fa.

Se ci fosse una griglia di partenza come nella Formula 1 Adalberto Rauco sarebbe partito di certo dalla prima fila. la serenità e la scioltezza degli ultimi giorni di prova, in cui la squadra rossoverde ha deciso di non colpire il Buratto nell’ultimo giorno, alla luce della carriera sembrano un eccesso di fiducia. Il 4 tra i due bracci che portano al 5 è l’ennesimo tentativo svanito di colpire il 5 e mette Santo Spirito nella condizione di scappare. Non a caso capitan Marco Geppetti manda al Pozzo Gianmaria Scortecci. Carriera da mostrare agli aspiranti giostratori e risultato scontato anche se un filo meno netto di altre occasioni. L’annuncio dell’araldo che dà il 5 sembra aver già orientato l’edizione dopo appena tre carriere. Il giovane Saverio Montini era sembrato il più in difficoltà durante le prove: quello che combina al Pozzo è un certificato di inesperienza e incertezza. Rischia di prendere carriera nulla, riparte ma il risultato è esattamente lo stesso: 2 brutto come il peccato e carriera lenta. Zero punti, come nove mesi prima Enrico Vedovini, anche se con premesse diverse. Montini è giovanissimo e si farà: questa serata va cancellata dalla mente il prima possibile.

Con Santo Spirito in vantaggio su tutti nelle seconde carriere dovrebbe succedere l’irreparabile per allontanare la lancioa del Thévenin dai Bastioni. Non succede: Parsi prende un onesto 4, Vanneschi scivola su un 2 basso. L’unico dilemma di Elia Cicerchia è il 3 o il 4: va sul sicuro e prende sul III. Quasi uno sperleffo. Bello ma inutile il secondo 5 consecutivo di Marmorini, la piazza aspetta solo l’annuncio dell’araldo.

Cicerchia e Scortecci arrivano a 11 lance d’oro, Santo Spirito a 38. E non sembrano intenzionati a fermarsi, non certo in questa notte di Giostra in cui vincere è stato più facile che mai.