Scontri sull’Autosole Perquisiti 33 ultrà C’è un dipendente dell’area di servizio

Il blitz della Digos nell’ambito delle tifoserie di Roma e Napoli dopo gli scontri dell’8 gennaio sulla carreggiata nord a Badia al Pino . Controllato anche un sostenitore dell’Arezzo che lavora al distributore.

Scontri sull’Autosole  Perquisiti 33 ultrà  C’è un dipendente  dell’area di servizio

Scontri sull’Autosole Perquisiti 33 ultrà C’è un dipendente dell’area di servizio

di Federico D’Ascoli

C’è anche un tifoso dell’Arezzo, dipendente del distributore di benzina dell’area di servizio di Badia al Pino est, tra le 33 persone perquisite per gli scontri avvenuti in Autosole l’8 gennaio scorso tra sostenitori della Roma e del Napoli. Il blitz della polizia è scattato all’alba di ieri e ha riguardato anche 20 ultrà giallorossi e 12 azzurri. L’ultrà amaranto, trentenne, è difeso dall’avvocato Giulio Ciabattini. La perquisizione è avvenuta nell’area di servizio teatro degli scontri che bloccarono l’autostrada: al tifoso del Cavallino che era al lavoro come ogni giorno, ieri mattina è stato sequestrato il telefono cellulare ed è stata effettuata una perquisizione nell’auto che, secondo la difesa, ha dato esiti negativi.

Gli inquirenti gli avrebbero contestato alcuni contatti tra l’ultrà aretino e gli ambienti più caldi della tifoseria giallorossa. Il dipendente del distributore di Badia al Pino ha smentito qualsiasi coinvolgimento nei tafferugli agli agenti della Digos: secondo la sua versione si sarebbe semplicemente preoccupato di spostare la sua auto per evitare danni senza avere alcun ruolo nei violenti disordini scoppiati sulla carreggiata nord.

Le accuse per i tifosi che in quella domenica di gennaio crearono una coda di oltre 9 chilometri sull’A1, sono rissa aggravata, attentato alla sicurezza dei trasporti e interruzione di pubblico servizio. Molti degli ultrà che parteciparono alla battaglia nel tratto aretino dell’Autosole sono stati identificati grazie ai filmati girati dalla polizia e dalle immagini delle telecamere fisse. Per i 33 sono nel frattempo emersi indizi più gravi, tali da indurre la procura di Arezzo a firmare i decreti di perquisizione.

Gli incidenti avvennero "su appuntamento" visto il percorso comune tra napoletani diretti a Genova per la partita con la Sampdoria e romanisti in viaggio verso San Siro per la sfida con il Milan. I rapporti tra le due tifoserie, un tempo gemellate, sono precipitati soprattutto dopo l’uccisione di un tifoso partenopeo in occasione della finale di Coppa Italia 2014.

Dalle chat, in particolare da quelle ritrovate nel telefonino del cuoco capitolino Martino Di Tosto arrestato ma poi liberato con obbligo di firma (sarà processato a maggio), risulta che gli ultras delle opposte fazioni abbiano cercato lo scontro, proprio a Badia al Pino anche per il valore simbolico dell’area di servizio dove fu ucciso Gabriele Sandri.

Ne venne fuori una battaglia sulla strada: i napoletani fermi nell’area di servizio attesero i romanisti per affrontarli a colpi di spranga, bastoni, coltelli e petardi tra le auto in transito.

La polizia fu costretta a chiudere l’Autosole per mezz’ora con pesantissimi effetti sul traffico e code infinite. Le due tifoserie furono poi separate a fatica, con i napoletano caricati sui loro pulmini e scortati verso lo stadio di Marassi. Ora le perquisizioni, a oltre due mesi di distanza, potrebbero fornire qualche elemento in più agli inquirenti.