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Cronaca

Scandalo keu, impianto in sicurezza. Conclusa la prima fase dei lavori

Il sito di frantumazione degli inerti dei Lerose a Levane è al centro dell’inchiesta della Dda di Firenze .

Scandalo keu, impianto in sicurezza. Conclusa la prima fase dei lavori

di Maria Rosa Di Termine

Si è conclusa a Levane la prima fase della messa in sicurezza dell’impianto Lerose, il sito di frantumazione degli inerti finito al centro dell’inchiesta condotta fin dal 2021 dalla Dda di Firenze e relativa allo smaltimento illecito del keu, ovvero i fanghi di depurazione del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno, e degli scarti derivanti dalle lavorazioni orafe. Iniziati a metà del luglio scorso, i lavori che preludono alla bonifica definitiva, per la quale tuttavia al momento mancano i fondi, sono terminati e ieri mattina l’area è stata riconsegnata all’amministrazione giudiziaria. "Tutti i cumuli di materiale sono stati delimitati e messi in sicurezza – ha precisato il sindaco Nicola Benini – con la realizzazione dei fossi per regimare le acque piovane. Al tempo stesso abbiamo avuto contatti preliminari con le aziende che si sono rese disponibili a valutare un loro futuro intervento nelle fasi di bonifica e sarebbe un altro step di grande importanza". Discorso a parte per la collinetta che sovrasta l’impianto dove i tecnici di Arpat di recente hanno svolto una serie di controlli e analisi mirati a capire il livello effettivo e la quantità di inquinanti presenti e quale progetto si debba realizzare per risanare la zona.

Come si ricorderà, stando alle risultanze dell’indagine della Procura distrettuale antimafia, nell’impianto sarebbero stoccate 25 mila tonnellate di "terre contaminate" da cromo, risulta della concia del pellame, boro, arsenico e cianuro legati ai trattamenti dei preziosi. Dopo il sequestro penale della Dda, la Lerose è stata sottoposta a quello preventivo del Tribunale fiorentino e la misura, adesso in confisca di primo grado, è approdata in Corte d’Appello. "Abbiamo operato duramente con l’amministratore giudiziario Fabio Cesare – ha aggiunto l’avvocato Marcella Vulcano, coadiutrice giudiziaria – per ottenere il risultato sotto la supervisione del giudice delegato Alessio Innocenti. Un’attività intensa e che ha coinvolto la società di consulenza ambientale, la direzione dei lavori e l’impresa aggiudicatrice degli stessi, oltre alla Regione Toscana, all’Arpat e al Comune ".

In concreto, ha proseguito, uomini e mezzi hanno provveduto a coprire in via provvisoria i rifiuti con teli impermeabili Hdpe che mitigano i rischi di dilavamento impedendo alle acque meteoriche, monitorate con piezometri e vasche ad hoc, di venire a contatto con gli inquinanti e di contaminare il terreno sottostante. E’ solo un primo passo verso il traguardo finale: "Con le risorse limitate che siamo riusciti a ottenere anche attraverso la vendita di beni della società sequestrata – ha concluso la legale – abbiamo messo in sicurezza i siti di Pontedera e ", ma per la bonifica dei due complessi produttivi Lerose in Valdera e Valdambra e della Strada Regionale 429 nell’empolese occorreranno investimenti ingenti.