
Marzia Donnini ha ritrovato in un mobile un buono postale del 1961 di mille lire
La notizia ha fatto il giro della città: Marzia Donnini, 72 anni, aretina, durante i lavori di risanamento della sua taverna ha deciso di svuotare alcuni mobili rimasti chiusi per decenni e ha ritrovato un buono postale del 1961 di mille lire. Valore potenziale? Ben 37.000 euro, almeno secondo l’Associazione Giustitalia, specializzata proprio nel recupero di titoli e buoni postali non riscossi, alla quale si è rivolta la signora. Ma davvero un titolo di così tanti anni fa potrebbe oggi trasformarsi in una piccola fortuna? La risposta, purtroppo, è negativa. A chiarirlo è stata Poste Italiane, intervenuta ufficialmente per "evitare che si diffondano informazioni imprecise o fuorvianti". In una nota, l’azienda spiega che i "buoni fruttiferi postali hanno un termine di prescrizione: una volta trascorsi dieci anni dalla loro scadenza naturale, i diritti al rimborso si estinguono. Non solo: dal giorno successivo alla scadenza, quei titoli smettono anche di produrre interessi. Insomma, scaduto il termine, il buono non è più "incassabile", neppure rivolgendosi a vie legali".
Questa regola, prevista dall’articolo 6-ter del Decreto Ministeriale 6 ottobre 2004, è stata più volte ribadita anche dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha confermato la correttezza dell’operato di Poste Italiane nel rispetto della legge. Ma cosa succede concretamente ai buoni non riscossi in tempo? La sorte varia a seconda della loro data di emissione. I buoni cartacei emessi fino al 13 aprile 2001, una volta prescritti, si considerano estinti in favore del Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze). Quelli emessi dal 14 aprile 2001 in poi, se non riscossi entro i dieci anni successivi alla scadenza, vengono comunicati al Ministero e le somme trasferite a un fondo specifico istituito presso il MEF, previsto dalla legge 266 del 2005. Diverso invece il destino dei buoni fruttiferi postali dematerializzati: in questo caso, al momento della scadenza, il rimborso avviene automaticamente sul conto BancoPosta o sul Libretto di Risparmio Postale intestato al titolare, evitando così il rischio di dimenticanze e, di conseguenza, la prescrizione. Proprio per evitare false aspettative, Poste Italiane invita i cittadini a non affidarsi a chi promette recuperi impossibili su titoli ormai prescritti. "Percorsi legali di questo tipo – avverte l’azienda – sono destinati a fallire e non faranno altro che generare costi inutili e ingiustificati per i risparmiatori".