
di Lucia Bigozzi
"Non posso restare indifferente alle sorti di Arezzo che per me è la capitale". Il sasso nello stagno Mario Agnelli lo lancia, con largo anticipo. Una provocazione, si direbbe, per piantare la bandierina della Lega (isolata in Provincia e attendista sul nodo Cortona) nel campo dove gli alleati del centrodestra stanno piantando, o vorrebbero farlo, quella di Fdi sul nome di Gabriele Veneri e di Lucia Tanti per Noi Moderati. Sempre che i diretti interessati, decidano di scendere in campo.
Presto per dirlo, due anni in politica valgono due secoli e tutto può cambiare, eppure Mario Agnelli, istrionico sindaco di Castiglion Fiorentino si porta avanti, in una sorta di posizionamento ma tenendo aperta l’opzione su più tavoli. La partita per Palazzo Cavallo resta sullo sfondo e per ora serve, politicamente, a spezzare il fronte dei potenziali candidati del centrodestra, da mesi al centro dei rumors e delle strategie dei partiti.
C’è poi una questione che Agnelli, mastica pane e politica da ventisei anni, tiene nella faretra del suo arco: il terzo mandato. Questione di cui a Roma si discute molto e che dovrebbe approdare in parlamento a ottobre per il varo. Sta dentro al pacchetto delle riforme istituzionali, con il complesso capitolo della nuova Provincia che, invece, sembra perdere terreno. Avanza l’opzione terzo mandato anche per i comuni sotto i quindicimila abitanti, proposta dal centrodestra ma sulla quale si consumano frizioni tra alleati a livello nazionale. Tuttavia il dossier sarebbe ben impostato e se dovesse superare la prova d’aula, aprirebbe un effetto a cascata sui comuni aretini al voto in entrambi gli schieramenti.
Una rivoluzione tra sindaci in uscita che potrebbero restare al loro posto e sindaci aspiranti che potrebbero restare al palo. Non è il caso di Mario Agnelli che si muove tra bici, runner, barca e tutto quello che serve a promuovere il suo paese. È amatissimo a Castiglioni (c’è chi lo vorrebbe pure alla guida di altri comuni, non solo in Valdichiana) e dunque potrebbe essere interessato all’opzione. In attesa, magari, che si sbrogli la matassa della riforma delle Province. Anche qui, sono in molti nel centrodestra a candidarlo alla poltrona sulla quale ora siede Alessandro Polcri con il quale, peraltro, Agnelli è in rotta di collisione dai tempi del dopo-Chiassai. Visione a medio e lungo termine, sono le coordinate che il sindaco globetrotter preferisce tenere bene in vista sul display della politica aretina. Quanto alla sfida elettorale nel suo comune, al voto tra meno di un anno, per ora (e in attesa di novità da Roma), Agnelli non entra nel valzer delle candidature. Una danza a quattro: Devis Milighetti, Massimiliano Lachi, Stefania Franceschini e Alessandro Concettoni Il suo mantra è: lista civica modello per la sfida elettorale. Rivendica la forza della sua "creatura", Libera Castiglioni, e la disegna come schema per la Lega.
"Se mi verrà chiesto e se ce ne sarà bisogno, sono disponibile a entrare in lista come consigliere", è la rassicurazione ai suoi. Ma intanto, Agnelli guarda oltre e prepara il terreno (politico) affinchè dia buoni frutti. E tra una semina e l’altra, non tralascia il campo di Arezzo. "Due anni in politica sono tantissimi, mi auguro che ci siano aretini che si possano mettere a disposizione del centrodestra nella battaglia elettorale del 2025, tuttavia qualora mi venisse chiesto, ci penserò". Chiosa: "Ma a tempo debito".