CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Sasso di Simone da Unesco. Il patrocinio delle Nazioni Unite per rilanciare il turismo

A proporlo è il Comune di Sestino che sta già cercando l’appoggio dei paesi confinanti. La bellezza naturale dell’area è nota, la sua peculiarità è essere attrazione anche dall’estero. .

Sasso di Simone da Unesco. Il patrocinio delle Nazioni Unite per rilanciare il turismo

Sasso di Simone da Unesco. Il patrocinio delle Nazioni Unite per rilanciare il turismo

La proposta è partita da Sestino ma incontrerà quasi sicuramente l’appoggio dei Comuni confinanti: far rientrare il Sasso di Simone fra i "Siti Unesco". A questo obiettivo sono ora chiamati a concorrere anche il Parco interregionale di Carpegna e realtà coinvolte quale per esempio Pennabilli. La spinta ulteriore per valorizzare questa piattaforma naturale di roccia calcarea, che si erge come un parallelepipedo fino a raggiungere un’altitudine di 1204 metri sul livello del mare, è arrivata dall’assemblea tenutasi nei giorni scorsi e indetta dal Comune di Sestino sul tema dei parchi eolici, alla presenza del professor Francesco Angelini dell’Università di Bologna, che ha evidenziato l’assurdità dei numerosi parchi con megapale progettati sui monti della Valmarecchia attorno al Sasso e al vicino Simoncello. La bellezza naturale dell’area è risaputa, la sua peculiarità è attrazione per una economia turistica in crescita e la sua storia - geologica e di "avventure" umane con variegati insediamenti nel corso dei millenni - hanno riproposto la eccezionalità del sito e dell’area circostante.

Aspetti aggiornati dagli interventi e richiamati in sottoscrizioni raccolte nei giorni precedenti tra la popolazione. L’opposizione ai parchi eolici è stata unanime e ampiamente motivata, incalzando anche sui danni alla salute degli abitanti che tali parchi complessivamente arrecano. Elevare il Sasso di Simone, con l’area adiacente necessaria, a "Sito Unesco", sarebbe di fatto il traguardo di eventi culturali e naturalistici - e anche religiosi - che hanno costituito sempre una attrazione di popolazioni nel corso dei millenni. Non è casuale, infatti, che anche il suo nome, secondo studi moderni documentati, deriverebbe dal "dio Semo", nella religione romana venerato come il "Dio delle vette", cui seguirono forse eremiti dalmati nell’era cristiana ma certamente vi furono insediamenti benedettini, collegati a Vallombrosa.

Dal punto di vista naturale, il Sasso di Simone catturò l’attenzione, per le sue peculiarità, già dei naturalisti del Settecento e del sestinate Vincenzo Loppi, ma rinnovati studi sono stati condotti - a partire dal 1963 - da varie università italiane, a cominciare da quella di Firenze e poi da quella di Bologna, mentre artisti e pittori, come il Domenichino, lo hanno ritratto o cantato con una innamorata attenzione; su giornali nazionali e riviste di settore si sono susseguiti altrettanti servizi giornalistici e fotografici.