
Presepe vivente Castiglion Fiorentino
Arezzo, 26 dicembre 2019 - Di questi tempi è diventato un problema politico: fare o non fare il presepe nelle scuole? Qualunque sia la risposta, su una cosa almeno non c’è dubbio: la Natività, reinventata da San Francesco a Greccio, è uno dei must del Natale. Credenti o non credenti, laici o cattolici, la caccia alle rievocazioni più belle e più suggestive è quasi d’obbligo nel clima di questi giorni di festa. Dove andare allora e per vedere cosa?
Proviamo a disegnare una piccola mappa, necessariamente incompleta. E’ bene cominciare dai presepi viventi, che sono sì una tradizione relativamente recente ma che si ispirano direttamente alla francescana Greccio, rappresentazione fatta di uomini, donne e animali in carne e ossa. Il più classico, e forse anche il più affascinante, è quello di Castiglion Fiorentino, che quest’anno ha una sola data: oggi, il giorno di Santo Stefano.
Coinvolge tutto il paese, sia nel senso delle persone che degli sfondi, ossia il centro storico. Si parte dalla prima scena, nella zona di Porta Fiorentina, e si prosegue fino al Cassero, per poi scendere nei vicoli e fra le antiche mura di un centro storico che è un piccolo tesoro, non sempre conosciuto come meriterebbe. Da notare che i ruoli della Sacra Famiglia, Madonna, San Giuseppe e Gesù Bambino, se li assumono dei veri genitori col loro figlioletto. Un elemento di attrazione in più.
Anche alla Pietraia, altro presepe vivente storico, il primo ad essere rappresentato già nel giorno di Natale, la Sacra Famiglia è una famiglia autentica: padre, madre e bambino. Le date in questo caso crescono: dopo il debutto di Natale il bis di oggi e poi domenica 29 e poi il giorno di Capodanno. Inutile dire che la rievocazione mobilita l’intera (piccola) frazione cortonese. Negli ultimi anni è salita di molto la fama del presepe vivente delle Ville, la frazione di Monterchi cresciuta ai bordi della statale per Sansepolcro. Si parte dal centro e ci si allarga lungo la strada.
La rappresentazione va in scena per Santo Stefano, quindi replica il 29, a Capodanno, domenica 5 gennaio e il giorno dell’Epifania. Per chi vuole assistere c’è un servizio di bus navetta, basta consultare il sito on line. Ma, dirà qualcuno, e i presepi tradizionali, quelli con le statuine? Bè, c’è solo l’imbarazzo della scelta. I più famosi, e non solo fra gli aretini, sono i due meccanici del Borro e della Fratta, due autentici capolavori dell’arte natalizia. Al Borro, piccolo borgo a due passi da San Giustino Valdarno, è stato Don Pasquale Mencattini, storico parroco ora scomparso, a creare progressivamente, fin dal dopoguerra, un presepe che non finisce mai di stupire per la qualità del paesaggio, dei personaggi e degli effetti speciali.
Teoricamente, è visitabile a richiesta, ma in pratica in questi giorni è sempre aperto, anzi la folla è così numerosa che la fila delle auto in sosta si allunga per centinaia di metri. Del resto, il luogo ha una magia, con le sue antiche case e le sue botteghe artigiane, che colpisce anche i più refrattari. Più tranquilla la visita alla Fratta, dove l’intera scenografia è allestita in un capannone a lato della chiesa parrocchiale.
La suggestione di un racconto che parte, come al Borro, dall’Annunciazione, è garantita, fra statue che si muovono e mulini che macinano. Sempre in zona, vanno segnalati almeno alcuni presepi cortonesi, a cominciare da quello di San Filippo, montato con fondali che riproducono il centro cittadino. In Casentino meritano la visita i presepi di San Fedele a Poppi e Santa Maria del Sasso a Bibbiena, ma se ne trovano tantii altri di fascino.
E il capoluogo? C’è quello, con statue molto grandi, del Duomo, ma fa effetto anche il presepe della Badia, parzialmente meccanizzato. Per chi volesse fare un’incursione fuori provincia, va consigliata almeno Città della Pieve (nel cuore del centro storico). A Corciano invece le scene della Natività, a grandezza naturale, occupano tutto il paese. Buona visione