
Un momento della cerimonia di sabato 12 ottobre al museo civico di Sansepolcro
Arezzo, 13 ottobre 2019 - Un’opera riportata all’antico splendore, che esalta la ricchezza del museo civico e la figura di Matteo di Giovanni, altro pittore nato a Sansepolcro. Più giovane di Piero della Francesca, ha lasciato la sua firma nel polittico che ieri ha conosciuto la nuova consacrazione dopo l’accurato restauro: il San Giovanni in Val d’Afra, che manca della tavola centrale perché è quella del Battesimo di Cristo di Piero, conservata nella National Gallery di Londra. Matteo di Giovanni, con la partecipazione di Antonio d’Anghiari, ha quindi lavorato in “team” con il sommo artista, realizzando le due parti laterali che hanno ripreso posto nella sala del museo a lui intitolata. Diverse le personalità presenti alla cerimonia di ieri pomeriggio, apertasi con il saluto del sindaco Mauro Cornioli e con il sottofondo delle performance a cura del Centro Studi Musicali della Valtiberina. E’ un momento molto importante, perché permette di restituire al mondo un’opera importantissima – ha detto il primo cittadino biturgense – e inoltre auspichiamo il coinvolgimento futuro, oltre che dell’Opificio delle Pietre Dure, dei tecnici inglesi della National Gallery per lo studio della connessione dell’opera con il Battesimo di Piero della Francesca”. Il restauro del capolavoro di Matteo di Giovanni è durato circa cinque anni e ha visto impegnata Rossella Cavigli del Polo Museale, inizialmente in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure per la parte tecnica. “Un intervento che si è concentrato principalmente sulle cornici, elementi importanti per un polittico – ha spiegato la Cavigli – tanto più che nel corso dei secoli è stato soggetto a più operazioni trasferimento. Siamo poi intervenuti con una ripulitura dei dipinti, perché comunque il tempo lascia i suoi segni. Il fatto che si trattasse del “contorno” al celebre Battesimo di Piero non deve assolutamente sminuire il valore dell’opera di Matteo di Giovanni, che – anzi! – ha completato e rifinito nel migliore dei modi quanto aveva eseguito lo stesso Piero”.