Sansepolcro, il lavoro chiama ma i giovani non rispondono

Centinaia di richieste ferme. Mancano camerieri e personale turistico Difficili da trovare anche gli operai specializzati. Il convegno del Rotary

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di Claudio Roselli

Chi l’ha detto che in Valtiberina non esistono opportunità di lavoro per i giovani? Se la uniamo con la parte umbra del comprensorio, perché di fatto siamo davanti a un’area omogenea, notiamo che vi sono aziende con centinaia e centinaia di richieste non soddisfatte, specie per ciò che riguarda la manodopera qualificata. Opportunità di lavoro che non vengono colte dai giovani. La fetta principale della domanda è occupata da cuochi, camerieri e professioni in generale dei servizi turistici, che copre il 12,8%, seguita dalla voce inerente a operai specializzati e conduttori di impianti nelle industrie tessili, di abbigliamento e di calzature (8,2%), poi da personale dei servizi di pulizia (7,8%) e da operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli impianti. In misura minore altre figure: conduttori di mezzi di trasporto, facchini e corrieri, personale di amministrazione e segreteria aziendale e operai metalmeccanici.

Se analizziamo invece la formazione portata a termine dai giovani della Valtiberina vediamo che tra le tante figure quelle più carenti sono relative farmacisti e biologi, seguiti di poco da dirigenti e direttori, poi da tecnici e specializzati in informatica, quindi tecnici della sanità, ingegneri e progettisti, operai specializzati e conduttori di macchinari mobili e di mezzi di trasporto. Dati messi a nudo dai Rotary Club di Sansepolcro e di Città di Castello in una mattinata di lavoro con il convegno "Tra presente e futuro", al quale ha partecipato anche Giuseppe Salvini direttore della Camera di Commercio di Firenze.

I 600 questionari distribuiti agli studenti hanno evidenziato come la conoscenza della zona non fosse del tutto esatta e anche su questa constatazione l’iniziativa rotariana ha basato il suo successo. La pandemia ha modificato la configurazione economica: la domanda di lavoro è orientata ora verso professioni che non si trovano facilmente sul mercato del lavoro e i settori in crescita hanno difficoltà nel reperire la manodopera. Non c’è quindi bisogno a tutti i costi di emigrare per trovare un impiego gratificante, come pensano i giovani, che magari si ostinano a cercare posti più comodi anche negli orari, omettendo un particolare: più si specializzano e più la fortuna strizza loro l’occhio. "C’è carenza di unità specie nei settori produttivo e operativo – ha detto il sindaco biturgense Fabrizio Innocenti – e aziende in espansione faticano nel trovare giovani da formare". Un altro consiglio è arrivato dal collega tifernate Luca Secondi: "La neo-globalizzazione è quel fenomeno che rivaluterà il ruolo dei territori".