Sandro Mugnai, il primo giorno in famiglia: "Non può dimenticare quella notte"

La notte passata in casa della madre dopo gli spari e il carcere: il lavoro da fabbro per tornare alla normalità. L’avvocato Lelli: "Sandro è stanco e provato, è stato importante il riconoscimento della legittima difesa"

Arezzo, 11 gennaio 2023 - I fantasmi di quella notte maledetta non hanno ancora abbandonato i pensieri di Sandro Mugnai. Il fabbro di San Polo è tornato nella casa colonica danneggiata dal mezzo manovrato da Gezim Dodoli, l’albanese di 58 anni ucciso con quattro colpi di carabina da cinghiale partiti dalla finestra al primo piano.

Mugnai, 53 anni, è stato prelevato dal carcere di San Benedetto dal figlio Mattia, ha riabbracciato la famiglia e l’anziana madre che vive nella stessa casa colonica al civico 69 di San Polo. Dimenticare sarà difficile, ripartire con il lavoro di fabbro l’unico modo per guardare avanti dopo quasi quattro giorni passati dietro le sbarre.

Avvocato Marzia Lelli, lei non solo difende Mugnai, lo conosce anche bene. Come sta passando questi momenti?

"Ha vissuto uno stress inimmaginabile e lo ha condiviso con la famiglia. Non è possibile dire cosa possa aver passato, dopo l’inferno che hanno vissuto i Mugnai mentre era tranquillamente a cena".

Il giudice per le indagini preliminari Giulia Soldini ha riconosciuto la legittima difesa per i cinque spari.

"Mugnai è stato obbligato a difendere la sua famiglia, anche imbracciando il fucile da chi stava tentando di buttargli giù la casa dopo aver travolto quattro auto nel piazzale".

Il suo assistito ha raccontato al giudice di una lite quella sera, prima che l’operaio albanese si mettesse ai comandi del mezzo meccanico?

"Assolutamente no. Con lui non c’era stato nulla se non una chiamata alla polizia perché Dodoli suonava nel cuore della notte. Una storia di oltre un mese fa che si aggiustò senza l’intervento di una pattuglia. Era stato uno dei tanti piccoli dissidi legati a incomprensioni tra vicini".

Un raptus improvviso che nessuno poteva aspettarsi. Come se lo spiega Mugnai?

"Non ha idea di cosa possa aver scatenato Dodoli: Sandro quando è rincasato per cena, ha notato che il mezzo meccanico era rivolto verso la casa. Di solito è girato al contrario, Lì per lì non ci ha fatto troppo caso. Si è messo a mangiare con i familiari prima di a sentire i colpi di benna sulle auto e sulla finestra di casa. Dodoli non lo aveva nemmeno visto arrivare...".

Ora la casa colonica è in parte pericolante: gravi i danni a tetto, finestra, porta e uno dei muri esterni. Serviranno ulteriori sopralluoghi.

"Per ora i Mugnai stanno in cinque nella casa dell’anziana madre di Sandro, anche lei molto provata. Speriamo che possano tornare nella loro casa dove hanno dovuto lasciare molte cose".

Dopo la scarcerazione per legittima difesa, quali sono i prossimi passaggi giudiziari per Mugnai?

"Ci sono una serie di accertamenti che chiariranno ogni aspetto. Poi toccherà alla procura: con grande rispetto mi auguro che si consideri con attenzione l’eccezionalità dell’aggressione avvenuta a San Polo. Il mio mio assistito ha solo tentato di salvare la vita a sé stesso e ad altri sei familiari in una situazione di grande pericolo".