Rubato l’account dell’azienda. Versamenti da 25 mila euro: coppia truffa un imprenditore

I due sono riusciti a sostituire l’Iban per farsi accreditare le somme che venivano versate. Il raggiro scoperto in tempo quando la banca sollecita un pagamento che l’uomo ha già effettuato.

Rubato l’account dell’azienda. Versamenti da 25 mila euro: coppia truffa un imprenditore

Rubato l’account dell’azienda. Versamenti da 25 mila euro: coppia truffa un imprenditore

Un intruso si inserisce nelle nostre comunicazioni online alla ricerca di un modo per raggirarci e accaparrarsi illecitamente del denaro. È accaduto poche settimane fa ad un imprenditore cortonese vittima della cosiddetta truffa denominata "Man-in-the-middle". I carabinieri della compagnia di Cortona, guidati dal capitano Antonio De Santis, dopo un’attenta indagine, sono riusciti a denunciare i presunti autori. A finire nei guai un uomo e una donna, lui originario della Costa D’Avorio ma residente in Puglia già da qualche anno, lei italiana sempre residente in Puglia. L’indagine prende il via dopo la denuncia del titolare di un’azienda di Cortona che lamentava la clonazione dell’account di posta elettronica e il furto di circa 3 mila euro complessive.

La truffa era stata particolarmente articolata e audace. L’imprenditore aveva ricevuto via mail da due suoi fornitori l’iban per provvedere al pagamento di fatture. E’ qui che si inserisce il "man in the middle", l’uomo che testualmente - si mette in mezzo: il cyber-truffatore capace di intercettare l’invio, modificare con scaltrezza l’Iban contenuto nel pdf e far ripartire il viaggio della comunicazione virtuale come se niente fosse accaduto. Una trappola praticamente perfetta. Si tratta di una truffa basata sulla ‘fiducia’ nelle fonti. Il cliente si ritrova a ricevere la fattura che attendeva con l’importo effettivamente speso ed inoltrata dal fornitore al quale si era rivolto. Tutto normale, all’apparenza. L’ignaro imprenditore cortonese, infatti, non sospettando di nulla, paga regolarmente le fatture emesse in banca, una per altro di oltre 20 mila euro. Pochi giorni dopo, però, riceve un sollecito a provvedere al pagamento. È allora che capisce che qualcosa non quadra. Nello stesso momento la banca che ha ricevuto l’accredito più corposo si accorge dell’anomalia e blocca il denaro rimandandolo al mittente, ma già oltre 2 mila euro sono già stati prelevati e sono svaniti nel nulla. Dell’altra fattura pagata di circa mille euro, invece, l’imprenditore non riesce a recuperare nulla. Scatta la denuncia e le relative indagini. Al termine delle attività dei militari, è stato accertato che i conti correnti bancari erano intestati agli attuali indagati.