Rondine, la testimonianza di Liliana Segre alla marcia per la pace. Inaugurata ‘L’arena di Janine’

Sarà uno spazio intitolato alla bambina che fu prigioniera ad Auschwitz insieme alla senatrice a vita. Fu uccisa perché “inadatta a lavorare”

Rondine (Arezzo), 30 maggio 2024 – Anche la senatrice a vita Liliana Segre protagonista della marcia della pace andata in scena oggi, 30 maggio, da Arezzo. Un videomessaggio davanti alle migliaia di persone presenti, per lo più ragazzi e studenti che hanno percorso i 10 chilometri di cammino dal capoluogo fino alla Cittadella della pace di Rondine, luogo simbolo dove la stessa Segre ha tenuto, nel 2020, la sua ultima testimonianza pubblica.

Liliana Segre
Liliana Segre

A raccogliere l’eredità di Segre anche il figlio Alberto Belli Paci. Insieme a lui erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli e il vescovo di Arezzo, Cortona e Sansepolcro Andrea Migliavacca. "Il messaggio di pace di mia madre è importantissimo e ancora attuale così come la creazione di relazioni finalizzate a questo" ha detto Belli Paci. Al termine della marcia, a Rondine è stata inaugurata, accompagnata dalla testimonianza di Liliana Segre, l'Arena di Janine. "Rondine è un luogo magico per me, perché a Rondine regna l'amicizia, la parità, la pace - ha detto Segre -. Tutto il mondo intorno a noi è diverso da Rondine e nei miei ricordi tragici mi sento realizzata che a Rondine ci sia l'arena di Janine. Questo è un nome lontano, eravamo prigioniere tutte e due ad Auschwitz e lavoravamo nella fabbrica di munizioni Union".

"Io avevo 13 anni ero inserviente a lei che invece lavorava come operaia alla macchina tranciatrice - ha ricordato -. Lei tranciava il metallo che io le portavo. Un giorno fece un errore terribile e tranciò due dita della sua mano. Da quel momento la sua vita, ma anche la mia, cambiarono per sempre. Inadatta al lavoro, non potendo più essere operaia fu scartata e mandata a morte. Quando io capii quale sarebbe stato il suo destino in quel momento non ebbi il coraggio di salutarla, di dirle una parola buona. Janine era troppo per me, non mi voltai a salutarla, non potevo sopportare anche questo".

Segre ha spiegato di aver avuto da quel momento "un rimorso che mi ha seguito per tutta la vita. Anche adesso che sono passati 80 anni. Però solo a Rondine, dove oggi mio figlio Alberto porta avanti la mia testimonianza, può esserci un luogo che si chiama arena di Janine, perché è lì che l'odio non ha più ragione di essere e trionfa l'amicizia".