di Lucia Bigozzi
AREZZO
Il postino suona sempre dieci volte al campanello di Rondine. Suona perchè la grande politica sta rispondendo in massa alla lettera inviata ai leader nazionali. Suona perchè per tre giorni si accendono i riflettori sulla cittadella della pace. Tre giorni, lo snodo annuale dello YouTopic Festival. Fino a qualche anno fa un evento non interno ma quasi, ora sta nelle agende di tanti personaggi che contano. In testa Liliana Segre: la senatrice a vita accoglie la carezza del borgo. Lei gli aveva affidato l’eredità della sua testimonianza e Rondine ricambia aprendo l’Arena di Janine: lei Janine, l’amica francese dell’allora ragazzina segregata nel campo di concentramento. Mandata al gas davanti ai suoi occhi, da quel momento uno dei simboli della sua battaglia.
L’Arena è stata realizzata con il lavoro degli alpini, diecimila ore di lavoro donate per costruire la struttura e il 30 maggio accoglierà i marciatori della pace. Circa quattromila, partenza dalla zona ex Ipercoop, arrivo nel borgo sull’Arno. In mezzo anche personalità politiche, dal sindaco di Firenze Dario Nardella a quello di Arezzo Alessandro Ghinelli.
Ma soprattutto i ragazzi dei Paesi in guerra, israeliani e palestinesi insieme, russi e ucraini pure fatalmente richiamando anche l’attento controllo delle forze dell’ordine. La marcia accende le polveri di questo evento sul quale convergeranno personaggi di tutti i mondi. "Saranno tre giorni per condividere la ricchezza di Rondine, per praticare la relazione e mettersi in ascolto a partire dalla testimonianza dei giovani coraggiosi che qui vivono", dice il presidente Franco Vaccari.
"Rondine è del mondo ma è ad Arezzo e il Comune la sostiene in questa progettualità" rilancia il vicesindaco Lucia Tanti. Mentre gli appelli a partecipare arrivano corali dal vescovo Andrea Migliavacca e dal provveditore Roberto Curtolo, che già sa quante delle sue scuole invaderanno il verde dell’Arena di Janine. E con loro ci saranno volti noti: quello di Claudio Bisio, ad esempio, per una volta in trasferta non con Zelig ma con il suo primo film da regista, centrato proprio sull’orrore della guerra. O quello di Pif, regista anche lui e innamorato di Rondine. O ancora di Steve Della Casa, per anni direttore del Festival del Cinema di Torino. Ma dai mondi più diversi. Il Pm Gherardo Colombo, uno degli artefici di Mani Pulite, Michele Serra, giornalista e saggista, il fumettista Pera Toons, il poeta Daniele Mencarelli. Non solo: inviati di guerra, imprenditori, professionisti. Un mosaico complesso quanto simile alla vita quotidiana di Rondine, nel quale il nostro giornale gioca la parte di Media Partner, insieme a Famiglia Cristiana e a Radio Vaticana. Una festa che parte dalla marcia della pace, programmaticamente priva di bandiere politiche, sul filo dell’equilibrio che fa parte dekl metodo Rondine. Lo stesso che in questi giorni è alla prova con le risposte dei leader nazionali alla proposta della cittadella: stemperare il dialogo politico, anche seguendo momenti di confronto comune qui e a Camaldoli, monastero dopo 80 anni restituito alle vicende politiche nazionali. Dopo Elly Schlein sono in arrivo Matteo Salvini, Antonio Tajani, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni ma è solo l’inizio di un percorso destinato ad allungarsi nel corso dell’estate. Sull’orlo di quell’arena costruita dagli alpini.