REDAZIONE AREZZO

Riaprono i cancelli alla Mabo: l'azienda ora è di Granducato Group

L’amministratore unico Mari: «Buone condizioni per ripartire»

LA FIRMA Da sinistra il commissario Lucio Francario, Paolo Mari e Massimo Busnelli, presidente di Csp

Arezzo, 21 giugno 2016 - Alla Mabo riaprono i cancelli. Da ieri, infatti, l’ex colosso dei prefabbricati con sede a Bibbiena ha un nuovo proprietario per quanto riguarda, appunto, il ramo casentinese. È la «Granducato edilizia ed energia», che fa capo alla famiglia Mari. L’accordo per la cessione del ramo d’azienda è stato firmato ieri nello studio del notaio Cirianni. Ne abbiamo parlato con Paolo Mari, amministratore unico di Granducato, aretino doc da anni trasferitosi a Milano: «A dicembre dello scorso anno la Mabo è stata messa in vendita e abbiamo risposto al bando dopo aver valutato la situazione assieme ad altri partner, in particolare la Csp di Bergamo noto gruppo di prefabbricatori. A marzo il ministero ha autorizzato il commissario, Lucio Francario, ad accettare la nostra offerta, che è risultata la più congrua. Ieri la firma e da oggi si parte».

La Mabo impiegava centinaia di dipendenti...

«Noi partiremo con un progetto più calibrato sulla situazione attuale. Al momento, abbiamo assunto 9 persone più alcune figure che non erano presenti nella ex Mabo, in particolare dei giovani ingegneri che daranno un volto nuovo all’azienda. L’obiettivo è di arrivare a una ventina di dipendenti entro la fine dell’anno». Che situazione avete trovato all’interno dell’azienda?

«Devo dire che la grande capacità del commissario è stata quella di aver mantenuto le tecnologie, conservato il know how e le maestranze strategiche. Tutte le imprese sono fatte di uomini».

Quali sono gli obiettivi per le attività future?

«Ci siamo già mossi sul mercato per sottoscrivere degli ordini, perciò già da oggi lavoraremo per evaderli. Crediamo molto nelle competenze tecnologiche che c’erano in Mabo, l’idea è quella di integrare altre tecnologie di prefabbricazione per immettere sul mercato un’offerta che al momento manca. Voglio ricordare che il Casentino ha dato i natali ai più importanti prefabbricatori italiani. Ed esere prefabbricatori in Italia vuol dire essere leader in Europa in fatto di tecnologia».

Sembra ottimista...

«Ci sono dei segnali di ripresa, sia pure modesta; il mercato non è più fermo come qualche tempo fa. Siamo quindi fiduciosi, abbiamo già sottoscritto degli accordi sindacali e, se le cose andranno secondo i piani, si potranno anche migliorare le previsioni in maniera di riassunzione della forza lavoro».

Fino a poco tempo fa svolgeva la sua attività a Milano, cosa l’ha spinta a tornare?

«La fiducia in questo progetto e il senso di responsabilità. Dopo la carriere in banca e nell’industria, ho deciso di affrontare questa sfida perché so che ci sono buone prospettive. Senso di responsabilità, perché veder brillare gli occhi di un operaio che torna a lavorare, mi creda non è retorica, regala un misto di gioia e orgoglio. Partiamo in condizioni favorevoli, senza debiti e con la giusta spinta. Possiamo fare bene».