
Mauro Peloni
Arezzo, 6 maggio 2020 - «Qualcuno mi accusa di fare il bastian contrario, ma io dico sempre quello che penso». Va controcorrente Mauro Peloni, conosciutissimo commerciante, titolare di Sabot in via Crispi. Lui lo dice chiaro: «Non apro il negozio almeno fino al 18».
Ma partiamo dall’inizio. Qual è il senso della sua posizione? «Semplice, prima la salute. E ve lo dice uno che ci è passato».
Si è ammalato? «Non, io. Peggio, mia figlia».
Ci racconti... «Agnese, che giusto lunedì ha compiuto 32 anni, è medico e lavora a Bologna, responsabile del penitenziario minorile e per adulti».
E... «E ha preso il Covid, sia pure in forma non grave: raffreddore, mal di testa continuo, perdita del gusto e dell’olfatto. E’ stata 34 giorni in isolamento totale».
Ora è guarita... «Dopo undici tamponi, gli ultimi due sono risultati negativi. E’ fuori, un sollievo. Ma mi resta dentro l’angoscia, era sola, ammalata, non potevamo vederla, ci parlavamoogni giorno più volte ma il contatto fisico è un’altra cosa».
Questa esperienza a quale riflessione l’ha portato? «Che la salute è la prima cosa, anche se comprendo la protesta dei miei colleghi. Anche noi, al negozio, non abbiamo incassato negli ultimi due mesi, né l’aumento del 20% delle vendite on line vale a compensare minimamente le perdite. Eppure mi faccio una domanda».
Quale? «Abbiamo già perduto occasioni d’oro come la Pasqua, i ponti del 25 Aprile e del primo maggio. A questo punto, cosa può cambiare realmente se riapriamo ora o fra due settimane? Poco o nulla».
Ma il commercio è in ginocchio. Non crede che anche quindici giorni siano importanti? «E se poi succede che un cliente si contagia? Se il virus riprende vigore? Non vorrei passare come complice e soprattutto non vorrei trovarmi di fronte a un nuovo lockdown. Sarebbe letale per la categoria che tra l’altro si troverà di fronte un’altra stagione durissima dopo aver vissuto la primavera del turismo».
A cosa si riferisce? «Le prospettive erano ottime e consentitemi di fare un plauso all’assessore Marcello Comanducci che al turismo aveva dato una svolta».
E invece? «Invece ora il futuro è un rebus. E non sono quindici giorni in più in meno che cambiano il quadro. So quello che provano le famiglie che hanno avuto l’agguato del Covid e quindi fino al 18 Sabot non apre. Altri aiuti ci sarebbero voluti».
Cioè? «Un immediato supporto monetario da parte del governo per tenere a galla il settore»