
Giuseppe Amore, figlio di Luisa Ambrosio che vive nelle case popolari
"Non è la prima volta, adesso basta. Mia madre non può più vivere così". È un appello pieno di esasperazione quello di Giuseppe Amore, figlio di Luisa Ambrosio, 76 anni, residente da 13 anni in un appartamento delle case popolari in via Concino Concini, gestite da Arezzo Casa. L’acqua si è infiltrata dal tetto, trasformando l’abitazione in un percorso a ostacoli tra secchi, teli e arredi spostati. "Il tetto non è sottoposto ad adeguata manutenzione – denuncia Amore –. È la terza volta in cinque anni che succede. Non stasano le grondaie, piove e l’acqua entra nell’appartamento. Non da una sola parte: piove in sala, in camera da letto, in tre punti, l’acqua scende perfino tra le travi del prefabbricato". Le prime due volte, racconta, la famiglia aveva scelto la via della pazienza: "Non volevamo fare troppo rumore. Abbiamo avvisato chi di competenza, ci abbiamo creduto. Ma ora basta, abbiamo perso la pazienza". Ieri sera (ndr lunedì), quando l’acqua ha iniziato di nuovo a filtrare, Giuseppe ha scritto al presidente di Arezzo Casa. La risposta? "Non abbiamo soldi per interventi straordinari". Replica Amore: "Allora mia madre non ha i soldi per pagare l’affitto". La serata si è trasformata in un incubo. "Erano circa le 21.30 quando mia madre mi ha chiamato: pioveva di nuovo dentro casa. Sono corso da lei. All’inizio sembrava poca acqua. Poi sono intervenuti i vigili del fuoco, gentilissimi, rimasti con me fino alle due di notte. Hanno fatto una mezza pulizia, sembrava risolto, ma poco dopo la situazione è peggiorata. Fino alle due hanno continuato a togliere acqua". Alla fine, la signora Ambrosio ha dovuto lasciare la sua casa. "Ha dormito da mia sorella a Ciggiano. Io ho dovuto prendere mezza giornata di permesso dal lavoro per occuparmi di lei. Stamattina (ndr ieri) ho scritto ad Arezzo Casa, chiedendo che qualcuno venga a controllare urgentemente". A peggiorare la situazione, anche un problema elettrico. "Si è staccata la corrente: è scattata una diffida per il riallaccio, serve un tecnico specializzato per verificare che sia tutto in sicurezza. Ma finché non viene qualcuno, mia madre non può rientrare: non c’è la corrente". Nel frattempo, i mobili sono stati spostati, il letto e il divano coperti da teli. "Lei vorrebbe tornare a casa, ma non è possibile". Giuseppe non chiede miracoli, ma risposte concrete: "Mia madre non merita di vivere così". "Il plesso di via Concini ha un problema sostanziale: il tetto piano". Lo ammette il presidente di Arezzo Casa, Lorenzo Roggi. La struttura, come spiega, è stata oggetto di interventi nel 2017: "Abbiamo rifatto il tetto, allora in cemento di amianto. Purtroppo si tratta di una copertura piana, che per sua natura tende ad allagarsi quando ci sono piogge così abbondanti. C’è un pluviale che si era ostruito, con l’acqua che ha finito per infiltrarsi sotto il tetto". Secondo il presidente, la manutenzione non è mancata: "Avevamo affidato l’incarico a una ditta per la pulizia, l’ultima volta a ottobre. La stessa ditta è già stata attivata per ripristinare i danni interni e, successivamente, sarà sostituita la carta catramata". Non si tratta però di un caso isolato: "Purtroppo abbiamo ereditato un patrimonio immobiliare pieno di pessime coperture: via Funghini, via Tortaia… i tetti piani sono un problema. Rifare tutte le coperture sarebbe impossibile, i fondi sono limitati. Potremmo aumentare la frequenza della pulizia dei pluviali, ma ovviamente ha un costo. In futuro, nel prossimo piano triennale, potremmo valutare una modifica delle coperture in via Concini, ma al momento non è in programma. La coperta è quella, gli interventi vanno centellinati. E il cambiamento climatico non aiuta: era da due anni che non si verificavano infiltrazioni, l’ultima ad agosto 2022 quando ci fu una vera bomba d’acqua".