LUCA AMOROSI
Cronaca

Angori dalla Fratta alla A: "Un sogno a occhi aperti. Sono scoppiato a piangere"

Il giovane difensore chianino tra i protagonisti della cavalcata del Pisa in serie B "La mia fortuna è avere trovato allenatori e compagni che mi hanno aiutato a crescere. Spero di rimanere in nerazzurro e giocare in mezzo ai fuoriclasse".

Samuele Angori, 21 anni, terzino sinistro del Pisa promosso in serie A

Samuele Angori, 21 anni, terzino sinistro del Pisa promosso in serie A

Dalla Fratta alla serie A. È la bella storia di Samuele Angori, che domenica ha festeggiato la promozione con il Pisa nonostante la sconfitta di Bari. Il classe 2003 nato a Cortona è cresciuto e ha mosso i primi passi proprio nella piccola località in Valdichiana, dove un intero paese lo ha accolto con una festa a sorpresa al rientro a casa nei giorni di riposo concessi dalla società nerazzurra. Angori, ha portato il suo piccolo paese in A. "È quello che mi hanno scritto in uno striscione i tanti amici della Fratta quando sono tornato dai miei nei giorni scorsi. Mi sono ritrovato un paese intero davanti alla porta di casa con fumogeni, striscioni e cori. Mi hanno ringraziato per averli "portati" in A, è stato emozionante. Tra l’altro, mentre giocavamo a Bari, c’era il derby Fratta-Fratticciola. Negli spogliatoi ho chiamato i miei genitori e le mie sorelle, poi ho fatto una videochiamata ai miei amici che erano alla partita, per festeggiare ma anche per sapere come stava andando". A Bari che sensazioni ha provato? "All’inizio tanta tensione: ero in panchina perché avevo giocato titolare tre giorni prima. Siamo partiti male, abbiamo preso gol ma stava perdendo anche lo Spezia. Nel secondo tempo sono entrato, lo Spezia ha pareggiato poi è andato di nuovo sotto. Ho sentito i miei compagni in panchina esplodere e noi in campo abbiamo capito che era quasi fatta. Appena l’arbitro ha fischiato sono scoppiato a piangere per l’emozione: ho ripensato a tutto il percorso fatto per arrivare lì". Si aspettava una stagione così? "L’obiettivo della società era fare i playoff, ma a Natale eravamo a -3 dalla vetta. Abbiamo capito che potevamo fare qualcosa di più e anche l’ambiente ha iniziato a crederci. Dal punto di vista personale è stato ancora più sorprendente: non mi aspettavo di giocare così tanto, appena due anni fa ero in Primavera. Non smetterò mai di ringraziare il Pisa per aver creduto in me, ma anche il Pontedera per la stagione scorsa, quando mi ha permesso di confrontarmi per la prima volta con i grandi". C’è qualcuno a cui deve tanto nella sua crescita? "Ho avuto la fortuna di trovare allenatori, compagni e dirigenti che mi hanno lasciato tutti qualcosa. In particolare dico Miro Scatizzi, che quando ero ancora un bambino mi portò dalla Fratta alla Fiorentina, e Mauro Mancioppi, altra persona fantastica che ora non c’è più. Quando a 4-5 anni iniziai a giocare nella Fratta con ragazzi più grandi di me mi portava ovunque ci fosse bisogno. Devo ringraziare anche Vittorio Polvani, un preparatore di Castiglion Fiorentino che mi ha aiutato tanto fin da ragazzo nel lavoro atletico. Infine, cito Marco Sorini, l’amico di una vita e una persona speciale". Tra i tanti che le hanno scritto c’è anche Alessandro Renzi. Avete parlato anche dell’Arezzo? "Sì, con Renzi ho un bel rapporto, ci sentiamo spesso. Ho giocato con lui a Empoli ed è una persona eccezionale, con cui ho legato fin da subito. Gli ho fatto gli auguri per i playoff: spero che l’Arezzo arrivi fino in fondo e torni in B, perché anche se non ci ho mai giocato è la squadra principale della mia terra". Pensa di restare a Pisa? "È presto per dirlo ma spero di sì, per coronare il sogno che avevo da bambino di arrivare in serie A e giocare in mezzo ai fuoriclasse".