
Franco Malerba
Arezzo, 23 gennaio 2021 - «Houston, abbiamo un problema»: e non solo un problema ma anche equazioni, compiti in classe, lavagne. E’ la scuola bellezza, un mondo piegato ma non abbattuto dal Covid: e che a sorpresa tira fuori dal cilindro non un coniglio ma un casco da astronauta. Lui, da sempre il mestiere più amato dai bambini, insieme al calciatore e forse all’attore di cinema.
E per la prima volta buca i sogni dei ragazzi per muovere un passo nella realtà. Un corso alle superiori: il primo in Italia. Un corso alla scoperta dello spazio ma visto dalla parte dei suoi «abitanti», sia pur di passaggio. I sistemi di bordo delle astronavi, l’ingegneria del sistema spaziale, gli elementi di elettronica applicata al volo (anzi all’avionica), i segreti della propulsione e quindi dei razzi.
Fino alle basi per le missioni abitate. Un po’ come prendere i frammenti di un film e ricomporli in un corso regolare, traendo da ogni elemento curiosità e perché. Un corso per ora extra curricolare, interamente al pomeriggio. Ma con le radici, o se preferite i lem, ben piantati nel Margaritone: lo stesso Professionale che coltiva la tradizione aretina, dall’oro all’antiquariato, prova a viaggiare nel futuro.
Partendo dallo spazio. La presentazione è stata fatta ieri e già quella ha raccolto oltre cento adesioni. Non tutti saranno iscritti ma c’è da volare alti, tanto per restare in tema. Innovazione per innovazione la proposta non si ferma solo al Margaritone, perché la scuola la estende anche alle altre superiori. Come a sposarne l’idea pilota: perché, dicevamo, è il primo corso del genere in Italia.
E non a caso ci mettono il cappello, anzi il casco, fior di astronauti: come Franco Malerba, che ha seguito passo passo il progetto studiato dal suo amico aretino Alessandro Neri. E’ lo stesso che anni fa aveva portato tutta la scuola alla Nasa e poi invitato gli uomini dello spazio ad Arezzo. Ospiti allora del Politeama e nessuno avrebbe immaginato che dopo 23 anni i cinema sarebbero stati distanti quasi quanto la luna.
«Alla scuola di astronautica di Arezzo con tanti auguri» è l’autografo che Malerba ha fatto arrivare al Margaritone, sopra la sua foto in tenuta spaziale. «E’ un contributo prezioso alla formazione degli studenti, offre loro la possibilità di anticipare una realtà affascinante, quella dell’astrofisica, e condividerne i successi del passato e le conquiste del futuro» scrive Amalia Ercoli-Finzi: un mito, ingegnere aerospaziale, consulente scientifico della NASA, collaboratrice di punta del progetto Rosetta. E anche la prima donna in Italia a laurearsi in ingegneria aeronautica.
Il corso è rivolto solo a studenti di quarta e quinta. Per ora on line, anche se c’era già un’aula ritagliata apposta per ospitarlo. Si snoderà su circa 20 settimane e 60 ore di lezione: la prima lunedì, tra spiegazioni e domande. Alla fine a chi avrà seguito un numero congruo d lezioni andrà un attestato di frequenza. E chi lo vorrà potrà sostenere anche un colloquio di valutazione, concordato con il comitato scientifico della scuola.
Nomi forti, ricercatori e studiosi di livello nazionale. In un progetto che insieme al Margaritone vede nella cabina di regia l’aero-club Luciano Centini e la «British International Society». E che si innesta in un indirizzo quello sì rodato e curricolare. trasporti e logistica.
E’ lo stesso dal quale sta per prendere corpo un altro inedito italiano, l’indirizzo ferroviario in accordo con Trenitalia. Dai binari ai razzi, proprio nei mesi che dovrebbero precedere il ritorno dell’uomo sulla Luna. Un corso che nasce come un primo passo verso indirizzi più ambiziosi di astronautica. Anzi, un piccolo passo. Per l’uomo: e per l’umanità?