LUCIA BIGOZZI
Cronaca

"Quelle parole di mio marito Gianni. Prima o poi morirò sotto un camion"

di Francesco Ingardia FIRENZE "Gianni me lo diceva sempre: “Prima o poi morirò sotto un tir“". Parole difficili persino da scrivere. Perché...

La disperazione dei familiari delle tre vittime sul luogo dell’incidente nel tratto aretino dell’autostrada del Sole

La disperazione dei familiari delle tre vittime sul luogo dell’incidente nel tratto aretino dell’autostrada del Sole

di Francesco Ingardia

FIRENZE

"Gianni me lo diceva sempre: “Prima o poi morirò sotto un tir“". Parole difficili persino da scrivere. Perché il contrappasso di dantesco non ha niente, se non crudele fatalità. Basta far squillare la cornetta del telefono di casa Trappolini. A rispondere è la moglie di Gianni, Laura. Voce singhiozzante, alle prese con limitare al massimo lacrime che non smettono di sgorgare da 48 ore. Ancora non si capacitava di quanto sia successo lunedì mattina, poco dopo le 11, quando lo schianto in A1 ha oscurato l’Autostrada del Sole. Lo strike di un tir ha squarciato l’ambulanza della Misericordia di Terranuova Bracciolini che Gianni tanto amava guidare da 35 dei suoi 56 anni. Un servizio banale, un trasferimento “Romeo” di un paziente barellato, Franco Lovari, accompagnato dalla collega 24enne Giulia Santoni, milite con esperienza decennale. Per nessuno dei tre c’è stato niente da fare. Tutti e tre stritolati dalle lamiere del mezzo.

Laura, fare domande è quasi impossibile. Cosa si sente di dire?

"Non trovo le parole per descrivere cosa sta vivendo la mia famiglia".

E vostra figlia?

"Come volete che stia. Non bene. Elena faceva coppia con Giulia Santoni alle medie. Un mese fa erano al concerto a Firenze dei Pinguini Tattici Nucleari. Anche lei trascinata dal padre in Misericordia, due mani in più pronte a far del bene".

Gianni rimarrà per sempre un totem per i suoi confratelli. Tutti i giovani, raccontano, "dovevano passare dai suoi ’nocchini’ in testa".

"È vero - la voce si spezza, ndr -. Era il babbo praticamente di tutti i volontari, se li prendeva come fossero figli suoi. A loro insegnava a guidare, se li portava sempre dietro, si riempivano di scherzi. Persino a casa faceva cene di continuo, invitando tutti, non lasciava indietro nessuno".

Altro aneddoto: "Vengo in turno solo se c’è Gianni". È così?

"Come no, facevano la lotta per fare i turni con lui. E si arrabbiavano quando avvenivano cambi imprevisti. E quando Gianni era a casa, la squadra in servizio passava a sirena spiegata, solo per salutarlo. Era un uomo che amava il suo lavoro, anche nei momenti in cui non portava lo stipendio a casa. Non mi sono mai permessa di dirgli di trovarsi altro".

I confratelli hanno sottolineato proprio questo, la sua incrollabile stima verso suo marito per aver scelto di dedicarsi anima e corpo a questo mondo, senza mai scomporsi o imporsi nei momenti difficili. Perché?

"Era la sua passione e come moglie non mi sono mai sentita di dirgli “cambia mestiere e stringiamo nel frattempo i denti“. Doveva fare ciò che desiderava fare. È stato giusto così".

Il maxi schianto in A1 ha generato una cassa di risonanza enorme. Da tutta Italia, cordoglio e dichiarazioni di affetto di gente comune e di associazioni di ogni tipo.

"Lo spero tanto, perché al di là di mio marito, il volontariato è fatto di gente comune che si fa un mazzo tanto dalla mattina alla sera. Sempre pronti per aiutare le persone che hanno veramente bisogno. Le racconto un aneddoto".

Sì, per favore.

"Gianni fu chiamato per un servizio in abitazione. C’era una persona in arresto cardiaco. Mio marito massaggiandolo fece ripartire il suo cuore e stabilizzarlo per il trasporto in ospedale. Poco dopo quel signore non ce l’ha fatta. Ma al funerale, la figlia che aveva appena perso il padre si fiondò piangendo da Gianni per ringraziarlo: le aveva dato la possibilità di salutarlo per l’ultima volta. Tornò a casa devastato dal funerale, ma l’amore per il suo lavoro si alimentava con episodi come questi, seppur dolorosi".

Però morire salvando vite proprio non va giù.

"È un’ingiustizia. Questa è la vita, si vede doveva andare così. Le dico questo, Gianni mi diceva sempre che prima o poi sarebbe morto sotto un tir". Non serve aggiungere altro.