
Parte oggi l’evento artistico dell’estate aretina. Dipinti e bronzi al museo, i giganti nella rocca
Manca un mese alla grande mostra dell’estate aretina. Il 4 luglio verrà inaugurata ad Arezzo "Marino Marini. In dialogo con l’uomo", l’antologica tra dipinti e sculture a cura di Alberto Fiz e Moira Chiavarini, con il coordinamento scientifico di Alessandro Sarteanesi. L’esposizione, prodotta e organizzata dal Comune di Arezzo e dalla Fondazione Guido d’Arezzo e progettata dall’associazione culturale Le Nuove Stanze e Magonza, proseguirà fino al 2 novembre. Dopo la personale di Afro Basaldella, va avanti ad Arezzo l’indagine sul Novecento italiano con un’esauriente monografica di Marino Marini (1901-1980). L’esposizione prevede con un unico biglietto (ridotto per gli aretini) due percorsi che si integrano tra loro, il primo alla Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea con una straordinaria serie di dipinti insieme a gessi e bronzi, il secondo in Fortezza con grandi sculture e opere monumentali.
Il progetto, reso possibile dai prestiti delle due istituzioni che rappresentano l’artista, il Museo Marino Marini di Firenze e la Fondazione Marino Marini di Pistoia, consente una lettura articolata dell’indagine condotta dal grande scultore, a partire dagli anni Dieci fino ai Sessanta in un percorso che affronta le tematiche principali della sua ricerca. "Dopo le celebrazioni dei 450 anni dalla morte di Giorgio Vasari, che hanno visto la città al centro di un percorso culturale e artistico culminato nella grande mostra internazionale dedicata al maestro rinascimentale, Arezzo riprende il dialogo con l’arte moderna e contemporanea e lo fa proponendo un’esposizione straordinaria, dedicata a uno dei principali artisti italiani del Novecento, tra i più riconosciuti a livello internazionale. Le pitture e le sculture inconfondibili ed iconiche di Marino Marini saranno ospitate dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea e dalla Fortezza Medicea, quest’ultima capace di regalare una scenografia suggestiva e possente in grado di valorizzare le opere esposte. Una narrazione della capacità del maestro toscano di combinare la profonda sensibilità arcaica e il legame forte con le sue radici alla ricerca formale moderna, in un dialogo creativo unico e prezioso. L’antologica che Arezzo gli dedica propone tutto il suo percorso, offrendo un’occasione speciale per ammirarne genio e maestria", spiega il sindaco Alessandro Ghinelli. "La doppia mostra proposta ad Arezzo - spiega Alberto Fiz - stupisce per l’attualità di un grande maestro della scultura". Insieme ai Cavalieri, dove si scontrano forze opposte, la mostra presenta i Miracoli in cui l’equilibrio perfetto si sfalda, così come avviene per altre serie quali I Gridi e I Guerrieri. Poi le Pomone, simbolo di fecondità e armonia, oltre a Giocolieri e Ballerine. I temi a cui Marino Marini si rivolge, tutti presenti nell’esposizione aretina, sono simboli di una costruzione all’infinito dove ciò che conta è la relazione tra lo spazio interno ed esterno, tra l’aspetto fisico e psichico.
Un aspetto distintivo della mostra alla Galleria Comunale è la stretta relazione con l’antico. Presente il dipinto Le vergini del 1916 o la Zuffa di Cavalieri del 1927 ca., che evocano le celebri composizioni di Piero della Francesca custodite all’interno della Chiesa di San Francesco. In mostra per la prima volta, accanto ad alcune sculture arcaiche di Marino, le sculture ellenistiche in terracotta rinvenute durante gli scavi della Catona ad Arezzo provenienti dal Museo Archeologico. In Fortezza la produzione monumentale di Marino: spiccano le Pomone, le Danzatrici, i Giocolieri e naturalmente i Cavalieri con il grande Cavaliere del 1949-50. La mostra è accompagnata dal catalogo edito da Magonza.