
di Alberto Pierini
"E’ la chiusura di un cerchio, un riscatto personale e di famiglia". Enzo Ghinazzi parla dal Country Hotel, sullo sfondo ancora le voci della festa: che si incrociano con il tifo di Patricia, la compagna, ai gol della Francia. "Guarda, rigore, rigore..". Pupo di natura non ama fare una cosa sola per volta: e si divide tra la cornetta e il piccolo schermo. Ma stavolta c’è in campo una grande soddisfazione.
"Ero stato costretto a mollare questo albergo, era finito all’asta". Non per difficoltà professionali, la sua carriera è sempre volata alta, ma per quelle economiche, spesso e volentieri legate al gioco. Un albergo a Ponticino, una di quelle scommesse che il cantante ama fare, forse da quelle vedi davvero come gli sia nata la passione per il gioco. "Avevo promesso che lo avrei ripreso e lo avrei rimesso su per poi distruggerlo". E in effetti è proprio così che è andata. Perché all’esterno l’albergo è perfetto e sistemato. Dentro le stanze non ci sono più.
"Non funzionerà mai più come albergo, non ho lasciato neanche una stanza. Solo saloni, grandi saloni". In quello nel seminterrato ha fatto la sua festa di famiglia. La festa di Natale, perché la settimana prossima sarà a Samarcanda e negli altri confini delle zone di guerra. "Ma state tranquilli, sparano ad altezza d’uomo, io sono più basso" esclama con una di quelle battute che lo hanno reso famoso.
"Un grande Natale: c’eravamo tutti, dalla mia compagna Patricia a mia moglie Anna, mancavano solo mia figlia Valentina e mia nipote perché vivono lontano. Gli altri c’erano tutti, compresa la mia mamma, assistita da anni in una casa di riposo". E’ la vera chiusura di quel cerchio, personale e familiare. Un cerchio che rievoca quasi il circo: e non a caso le immagini dell’interno e di questa festa tra qualche mese finiranno nel "Funambolo", il docufilm in evoluzione che nel tempo ha raccontato le sue vicende su Rai 3. E che non poteva mancare alla chiusura del cerchio.
Sì, ma che ne sarà di quegli spazi dietro l’insegna dell’albergo? "Ripeto, dell’albergo non si parla più. Ma quei saloni li valorizzerò a modo mio: naturalmente per la mia professione". Ma la festa di ieri ha il sapore comunque della missione compiuta. "Hanno pareggiato".
Patricia esplode al gol che rimette nei binari la partita della Francia. "Certo, in che momento mi avete chiamato" esclama sorridendo Pupo. In realtà aveva richiamato lui. Ma ad un funambolo si perdona questo e altro.