TERRANUOVA
Cronaca

Punto da calabrone rischia di morire: salvato

Bronzi racconta la sua disavventura sui social. "Sono andato in shock anafilattico, ho chiesto aiuto ai miei figli, la corsa al pronto soccorso"

di Marco Corsi

Ha rischiato di morire per una puntura di calabrone. Uno shock anafilattico con sincope. Per fortuna adesso sta bene ma è stata tanta la paura per Nedo Bronzi, terranuovese, personaggio molto conosciuto nella cittadina valdarnese, marito di Katia Faleppi, ex assessore comunale. La sua storia ha voluto raccontarla sui social, anche per lanciare un monito. Mai avvicinarsi ad un nido di calabroni arrabbiati. Tutto è accaduto lunedì sera, attorno alle 20, nell’abitazione di Terranuova dei coniugi Bronzi. "Nel muro di pietra del giardino, da una delle tante fessure vedo un andirivieni di enormi calabroni – racconta Nedo – Vai, penso da coglione, ora li prendo tutti lì dentro. Afferro uno spray anti vespe, salgo su un piccolo sgabello e ci spruzzo dentro tutto il contenuto. Non l’avessi mai fatto! Escono inferociti decine di calabroni. Le femmine sono dotate di un pungiglione. Io mi allontano di una decina di metri credendomi in salvo. Invece con tattica militare una mi aggredisce fulminea da dietro. Mi colpisce all’orecchio. Puntura, dolore tremendo e gonfiore. Katia, mia moglie, vicino a me corre a prendere del ghiaccio, e fin qui tutto nella normalità. Ma quando torna da me ad un tratto inizia a girarmi la testa e comincio a sudare. Da lì la mia memoria svanisce. Katia mi racconta che ho vacillato facendo due passi avanti, ho battuto la testa sul muro. Quindi sangue dal capo e sono caduto, privo di senso, a terra tra l’erba secca". Momenti di panico. "Il racconto di Katia poi mi ha spaventato – prosegue Nedo – Ero con gli occhi sgranati fissi, immobile, rigido senza segni di vita. Ha chiamato urlando i miei figli che hanno allertato il 118. Purtroppo la mia casa dista dall’ospedale e dovevamo aspettare. Mi immagino la paura di mia moglie che mi ha creduto morto e che non respirassi più. Dopo qualche tempo, forse secondi, forse un minuto, ho sentito come una scossa e ho iniziato a udire e vedere intorno, anche se non riuscivo a rispondere. Dopo un pò ho iniziato a parlare dicendo che sentivo un po’ la gola chiusa e un prurito incredibile in tutto il corpo. Poi l’ambulanza, la prima flebo di cortisone e gli antistaminici, le domande della dottoressa con sopra la sirena accesa e i suoi tentativi di tranquillizzarmi". Nedo Bronzi è rimasto al Pronto Soccorso del Santa Maria alla Gruccia fino alle due e mezzo di notte.

"La pressione era quasi a zero, poi il prelievo, poi di nuovo cortisone, poi di nuovo la reazione in tutto il corpo, la Tac alla testa. Finalmente via il collare, dopo qualche ora tutto si stabilizza. La dottoressa dice che mi dimettono", racconta. Ma quello che i medici gli hanno detto lo ha fatto sobbalzare. "Lei Bronzi è stato fortunato, ha avuto un shock anafilattico grave, con una sincope, poteva rimetterci la pelle. Per fortuna la sua adrenalina ad un tratto è entrata in funzione. Ora se la porterà dietro per sempre in ogni luogo, anche al bagno, di notte e di giorno. Questa è la "penna" con l’adrenalina, se sfortunatamente le dovesse ricapitare, coscia, dieci centimetri sopra il ginocchio, leggermente al lato e via, senza neanche pensare su cosa le è successo, altrimenti la prossima volta lei non la racconta più".

"Beh, che dire, la vita dopo il cancro, lo stent coronarico, pensavo che mi avesse già fatto abbastanza. Evidentemente le prove non finiscono mai come gli esami. Specialmente se uno se le va a cercare", aggiunge Nedo, che adesso sta bene e si è ripreso alla grande. E conclude con un consiglio. "Se vedete qualcuno arrabbiato, specialmente un calabrone, allontanatevi a lui. Delle crisi di governo, delle guerre, della destra o sinistra non gli importa un tubo".