SERENA CONVERTINO
Cronaca

Proteste e striscioni alla Fortezza: "Non è uno show, stop al genocidio". Manifestazione contro la Zanzara

Lo spettacolo di Cruciani e Parenzo mobilita il fronte dell’indignazione per i bombardamenti a Gaza. Passaparola sui social durante il giorno, poi convergenza al Prato: qualche decina alla mobilitazione.

I manifestanti e attivisti Pro Palestina all’ingresso dell’evento in Fortezza

I manifestanti e attivisti Pro Palestina all’ingresso dell’evento in Fortezza

di Serena ConvertinoAREZZO

"Non è uno show". La contestazione all’evento di David Parenzo e Giuseppe Cruciani è tutta nera, bianca, verde e rossa. I colori della bandiera della Palestina accolgono in Fortezza chi si è accaparrato il biglietto per la tappa aretina de La Zanzara Tour, con i due giornalisti del celebre spettacolo radiofonico senza filtri e da record, tanto da contare ogni giorno oltre 400mila ascoltatori live. Un vero fenomeno di ascolti che mette in scena polemica e provocazioni a non finire. Sotto accusa, nello specifico, Cruciani, dichiaratamente sostenitore delle politiche di Netanyahu e Milei, e Parenzo, che ha smentito a più riprese che quello in corso a Gaza sia un genocidio. Uno spettacolo, quello di ieri sera, organizzato e ospitato dalla fondazione Guido D’Arezzo. "La scelta di portare in città due personaggi del genere è da rivedere. La fondazione Guido d’Arezzo è nata con tutt’altri scopi: sostenere questi due personaggi non rientra quelli". A parlare è Pietro Guiducci, tra gli organizzatori di un’iniziativa nata dal basso, da un’unione di più forze e che non vuole essere etichettata. "Siamo tanti ad essere indignati per la loro presenza di stasera. Per questo siamo qui: per protestare ma anche per portare consapevolezza". Volantini, bandiere e striscioni alla mano. Lo slogan è uno: "Non è uno show". "Quello che vogliamo dire ai partecipanti all’evento di questa sera è che vale la pena informarsi- continua Guiducci-. Come diciamo nel volantino, ci sono momenti storici in cui le parole hanno un peso maggiore. Se certi personaggi con fare provocatorio e in nome della libertà di espressione si prendono la responsabilità di prendere posizione a favore di un genocidio, noi dobbiamo prenderci quella ci non accettarlo". Sono in 40. Chi sventola la bandiera palestinese, chi consegna volantini e chi regge gli striscioni e i cartelli. La salita verso la Fortezza è tutta nei colori palestinesi, ma senza ostacolare l’ingresso a nessuno. Tra i manifestanti, Martina Mencucci e Simone Acciai parlano di un atto dovuto. Quello di essere presenti "per non lasciare che tutto succeda mentre noi ci giriamo dall’altra parte". "La città è viva e ben presente sulla tematica. Non siamo indifferenti e non lasceremo che questa serata sia ospitata nella nostra città senza protestare. Come loro vengono qui a parlare, noi siamo liberi di dire la nostra". Salgono a coppie, da soli, in gruppi di amici. Chi è pronto a seguire lo spettacolo attraversa la protesta e ne esce chi indispettito, chi indifferente, chi con un volantino in mano. Greta e Leonardo vengono da Perugia e stanno per entrare in Fortezza. A un angolo dell’ingresso, si fermano a leggere il volantino in silenzio. "E’ giusto sentire entrambe le voci. Stasera, vale la pena ascoltare sia chi protesta sia chi è qui per tenere lo spettacolo". Anche Massimiliano ha in mano il volantino. "Non sono pro Palestina, ma questo me lo leggo. La protesta è legittima, tanto più se è pacifica".