Erika Pontini
Cronaca

"Pronto a pagare i danni alla Cgil": ma il Ciclone resta in carcere, in aula il 2 marzo

Arrestato per l’assalto a Roma durante la manifestazione no Green pass Il tribunale rigetta l’istanza: «Sui gravi indizi deciderà il processo». Non ha scelto riti alternativi

Assalto alla Cgil

Arezzo, 22 febbraio 2022 - Lorenzo ’Ciclone’ Franceschi resta in cella ad Arezzo e, affronterà il processo ormai alle porte – l’udienza è il 2 marzo prossimo – da imputato detenuto. A quattro mesi dall’assalto alla Cgil di Roma dove Franceschi, ritenuto referente di Forza Nuova sul territorio, venne ripreso dalle telecamere di sicurezza mentre faceva irruzione nei locali ’armato’ di una bandiera e sfondava le vetrate, il tribunale di Roma ha rigettato la richiesta di sostituzione della misura cautelare con una meno afflittiva (i domiciliari) chiesta dal suo legale, l’avvocato Mario Giancaspro, ritenendo che non si siano affievolite le esigenze cautelari, ovvero il rischio di reiterazione del reato. Il tempo trascorso non è sufficiente e, se libero potrebbe farlo ancora. Franceschi aveva depositato la nuova richiesta, dopo la bocciatura da parte del Riesame, una volta ottenuto l’elenco dei danni fornito dalla Camera del lavoro con l’indicazione delle somme necessarie per il ripristino dei locali, e si era impegnato a pagare i danni. Una mossa che non ha convinto i giudici secondo cui il quadro non è cambiato «e non si è in presenza di elementi incidenti sulla valutazione delle esigenze cautelari ma afferenti al profilo della gravità indiziaria che potranno essere validamente apprezzati solo con l’avvio dell’istruttoria dibattimentale non ancora iniziata». Il tribunale ritiene inoltre che alcun ’elemento nuovo’ «può attribuirsi alla sopravvenuta diversa e più favorevole valutazione operata nei confronti di diversi soggetti coindagati degli stessi reati». Il 2 marzo il Ciclone dovrà comparire dinanzi al collegio: lui, a differenza di altri, non ha scelto di essere giudicato con un rito alternativo per ottenere lo sconto sull’eventuale pena. La procura romana aveva mandato tutti a processo immdiato, compresi i leader di Forza Nuova, Roberto Fiore e Giuliano Castellino, accusati assieme ad altri 11 – tra cui appunto il Ciclone – dell’irruzione nella sede della Cgil avvenuta il 9 ottobre scorso nel corso di una manifestazione indetta per protestare contro l’obbligo del Green pass. Le accuse, a seconda delle posizioni, sono di istigazione a delinquere, devastazione e resistenza a pubblico ufficiale. Ad inchiodare il Ciclone – come detto – le immagini estrapolate dai video delle telecamere. Anche se, nel corso dell’interrogatorio davanti al gip Franceschi aveva tentato di ridimensionare il suo ruolo nell’assalto sostenendo di essere entrato per ‘vedere cosa succedeva’. Semplice curiosità alla quale il giudice non aveva creduto. «Già due volte sorvegliato speciale, un soggetto abituato a ricorrere alle violenze», lo aveva definito il gip.