REDAZIONE AREZZO

Progetto cyber help Come usare i social

L’impegno di scuole e Asl per informare i ragazzi dei pericoli che si nascondono dietro un profilo

L’obiettivo è creare una comunità giovanile informata e consapevole sull’uso adeguato dei social, attrattivi e utili anche per la formazione, ma insidiosi soprattutto per la comunicazione nelle relazioni interpersonali. In Valdarno sono ripartiti i progetti Cyber Help, che l’anno scorso ha coinvolto 1770 studenti, formato 80 docenti e 392 peer educator, e Youngle della Asl Tse organizzati dalla psicologia del dipartimento salute mentale in collaborazione con la promozione della salute e Risva, la Rete degli istituti scolastici valdarnesi, con il sostegno della direzione di zona distretto. Il metodo scelto è la peer education, educazione tra pari, per prevenire il cyberbullismo e sono i ragazzi a gestire per i loro coetanei il servizio di ascolto Youngle. Da quest’anno la novità è il coinvolgimento delle materne che potranno fruire di un kit didattico psicoeducativo con progetti, redatti dagli insegnanti, per l’utilizzo corretto delle nuove tecnologie. Del resto ormai l’accesso ai dispositivi tra i bambini avviene in età sempre più precoce, commenta Giovanni Salerno, psicologo Ufsmia e coordinatore delle iniziative per la vallata: "Fin dalla scuola dell’infanzia è possibile sviluppare un senso di coscienza digitale sia rispetto all’adeguatezza dei contenuti multimediali sia alla consapevolezza del tempo trascorso online". Dall’anno passato I’Istituto Comprensivo Bucine è capofila del progetto. Da novembre invece gli allievi dei Licei Giovanni da San Giovanni, guidati dal team psicologi della Usl, hanno aperto lo sportello "Valdarno Youngle" che ad oggi ha già registrato molti accessi. Per tutti i giovani è disponibile sulla App una chat attiva dal lunedì al venerdì dalle 20.30 alle 22.30 e a breve entrerà in funzione un focus group del "Cyber Help" che si occuperà di divulgare l’iniziativa attraverso i vari social.