SARA BRACCHINI
Cronaca

Prada, fila per il tampone ma senza il green pass

Controlli blandi alla prima giornata negli stabilimenti con la carta verde facoltativa. Ormai è spaccatura sulle misure fra Cgil e Cisl

Lo stabilimento di Prada a Terranuova

Terranuova (Arezzo), 7 settembre 2021 - Tanti dipendenti in fila per il primo lunedì di tamponi offerti dal gruppo Prada nella sede dell’ex Decor nello stabilimento di Levanella. Nessuna richiesta del green pass per entrare in ufficio ma soltanto per l’accesso ai locali mensa come da disposizioni governative recenti.

Il 23 agosto , al ritorno dalle ferie, nei locali aziendali adibiti alla somministrazione di cibo e bevande era stato affisso il cartello che avvisava i dipendenti dell’obbligo della certificazione verde per entrare. Successivamente l’azienda ha deciso di mettere a disposizione dei lavoratori non vaccinati un servizio di tamponi rapidi, che avranno valenza per le 48 ore successive, che saranno somministrati tutti i lunedì dalle 8 alle 10 nello stabile adibito nell’area industriale di Montevarchi e il sabato mattina in alcune strutture convenzionate in città.

«Il messaggio dell’azienda è stato frainteso, tutto si è svolto in tranquillità nel rispetto delle regole e secondo la legge,come avevamo previsto" - commenta Andrea Ghiandelli della Filctem Cgil - "ribadiamo che non esiste l’obbligo di green pass per entrare in ufficio". Contattati da La Nazione, alcuni lavoratori hanno dichiarato di essere vaccinati o di possedere il green pass e di non avere niente da obiettare anche a un’eventuale introduzione della misura per accedere agli uffici. Altri invece, non hanno voluto esprimere la loro opinione appellandosi alla privacy che copre questo tipo di informazioni. Ha fatto molto discutere nei giorni scorsi la notizia del questionario che il 2 settembre l’azienda ha inviato ad ogni dipendente con alcune domande riguardo alla loro personale situazione nei confronti del vaccino anti Covid. La domanda era soltanto una: sei vaccinato? nel caso di risposta negativa il sistema informatico interno "My Prada" invitava a fornire ulteriori dettagli. 

«L’azienda non ha mai richiesto incontri con le sigle sindacali – afferma David Scherillo segretario provinciale Femca Cisl - giovedì scorso si è tenuta una riunione alla quale ha partecipato il medico aziendale e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, senza le organizzazioni sindacali, durante la quale sembrerebbe che il medico abbia detto di ritenere di avere la facoltà di rendere non idonei al lavoro i non vaccinati". Inoltre "non è comprensibile il motivo per cui il medico aziendale ritenga che ci sia la necessità di un tampone soltanto una volta alla settimana viste le diverse disposizioni nazionali".

"«La non idoneità esiste per i lavoratori fragili – spiega- per non far correre rischi a quella persone e a coloro che gli stanno accanto, qui si fa una distinzione tra vaccinato e non vaccinato". Per quanto riguarda il questionario Scherillo spiega: "è stato inviato soltanto negli stabilimenti della provincia di Arezzo e Milano ma se il vaccino è facoltativo ci chiediamo perché sia stata fatta la scelta di inoltrare le domande attraverso l’intranet aziendale dal quale è possibile risalire a nomi e cognomi invece di raccogliere dati anonimi aggregati come hanno fatto di recente tante altre aziende italiane".

"Un questionario nominativo con un vaccino volontario è assolutamente inutile" ribadisce. Per quanto riguarda l’adesione all’iniziativa afferma: "venerdì scorso trecento dipendenti non avevano ancora risposto e sessanta hanno dato risposta negativa ma ci risulta che siano state inviate ripetute e mail per sollecitare i lavoratori a rispondere, la dirigenza aziendale non può fare pressioni ai dipendenti per avere queste informazioni"conclude Scherillo.