Arezzo, 15 maggio 2025 – “Ancora una volta il Comune di Arezzo dimostra di non ascoltare davvero i bisogni delle famiglie” così il Pd aretino.
"Le famiglie sono chiare da anni: chiedono di non chiudere i nidi a giugno ma di prolungarne l’apertura per essere aiutate. Nulla. Nessuna risposta dall’Assessora. Il servizio “GiocoQuando”, che sarebbe un tampone per il solo mese di luglio si è dimostrato del tutto insufficiente.
Famiglie tagliate fuori, genitori in difficoltà e bambini esclusi: questo è il risultato di una gestione superficiale e autoreferenziale che non ascolta le proposte dei cittadini. Le famiglie avevano chiesto di individuare sedi con maggior capienza di posti, ma nulla. Inascoltate come sempre!
L’assessora Tanti ha risposto che la graduatoria è ancora provvisoria e che “sulla base di quella” si deciderà il da farsi. Ma non si può sempre ri-tamponare il tampone! Le famiglie hanno bisogno di certezze, devono potersi organizzare, non di promesse future che poi non si realizzano.
Per una volta – una sola – si potrebbe partire con un piano chiaro, completo, capace di dare risposte reali fin da subito. A volte basterebbe solo ascoltare chi di quel servizio ha necessità per mantenere il proprio lavoro con serenità. Ma la presunzione qua fa da padrona. Pensano di sapere cosa serva senza confrontarsi con chi ogni giorno cerca di tenere insieme in maniera organizzata lavoro e figli. I numeri parlano chiaro, e le testimonianze raccolte in questi giorni lo confermano: tantissimi bambini resteranno a casa perché il Comune non ha previsto un servizio realmente inclusivo.
Non è la prima volta che accade e purtroppo, se non ci sarà un cambio di passo, non sarà nemmeno l’ultima. Il Gruppo Consiliare del Partito Democratico di Arezzo chiede con forza che l’Amministrazione riveda immediatamente la propria posizione e apra un confronto serio con le famiglie. Non si può continuare a gestire i servizi educativi estivi come se fossero un favore concesso, quando invece dovrebbero essere un diritto garantito. Le famiglie meritano rispetto".