Polynt, cassa integrazione solo a rotazione

Saranno 81 i dipendenti coinvolti a gruppi di 1015 al giorno per tutto ottobre: la crisi è dovuta al caro bolletta e non agli ordini

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di Maria Rosa Di Termine

Si ricorrerà agli ammortizzatori sociali, ma adesso si respira un’aria di maggiore fiducia alla Polynt di San Giovanni al termine del cosiddetto "esperito incontro", successivo alla richiesta formale di attivazione della cassa integrazione guadagni ordinaria presentata la scorsa settimana dal gruppo chimico. Dalla riunione tra la direzione aziendale, le Rsu e i rappresentanti provinciali delle sigle sindacali di categoria, che si è svolta ieri nello stabilimento valdarnese di via del Pruneto, è emersa la volontà della multinazionale di ricorrere al minimo all’ammortizzatore sociale necessario tuttavia in questa fase per le ricadute negative dei costi esorbitanti del gas e delle materie prime su alcuni prodotti specifici. La cassa avrà le caratteristiche della rotazione e riguarderà un massimo di 81 persone che non saranno coinvolte in contemporanea, ma tra le 10 e le 15 al giorno a partire dal 3 ottobre.

Quanto alla durata, il piano previsto è di 12 settimane, anche se al momento la prospettiva di adozione dello strumento è riferita solo al prossimo mese e successivamente si procederà ad una rivalutazione nell’auspicio che il lasso di tempo da qui a novembre possa essere stato sufficiente a superare l’impasse e a bilanciare la perdita di competitività di alcune produzioni, penalizzate dall’incremento della bolletta energetica e dalla concorrenza di Paesi nei quali il prezzo del combustibile non ha subito l’impennata che si registra nel Bel Paese e in ambito europeo. Insomma, la criticità attuale, è stato ribadito dalla dirigenza Polynt agli esponenti del sindacato, è legata esclusivamente alla congiuntura internazionale visto che la società è una realtà solida, competitiva e in salute. Per minimizzare l’impatto sui lavoratori interessati dal provvedimento si farà ricorso anche al meccanismo di azzeramento delle ferie accumulate e non godute nonché degli altri istituti come la banca ore dei permessi.

L’azienda inoltre, ed è un dato non sempre automatico in simili circostanze, si è impegnata ad anticipare il quantum della cassa integrazione per non gravare ulteriormente sulle finanze dei dipendenti interessati. A margine dell’incontro è stata quindi rimarcata la collaborazione fattiva che storicamente caratterizza la dialettica tra i vertici dell’industria e chi rappresenta i lavoratori, complessivamente 243 nel sito sangiovannese, uno dei due principali presenti nella penisola subito dopo quello di Scanzorosciate, in provincia di Bergamo. E proprio nel clima di confronto costruttivo tra le parti, sono state previste, nel contesto di un monitoraggio continuo, altre riunioni con le Rappresentanze sindacali unitarie per verificare la situazione in corso d’opera. Il ricorso all’ammortizzatore sociale fa parte del pacchetto di azioni studiate dall’azienda e mirate ad una riduzione della spesa e che prevedono tra l’altro il fermo della produzione di anidride trimellitica nella sede lombarda, dove lavorano circa 450 persone, e di quella di un plastificante realizzato in una delle due linee della fabbrica della città di Masaccio. Un’impresa storica e presente nella zona fin dal lontano 1935. Nel 1979 l’attività, specializzata nel produrre anidride ftalica, plastificanti per usi generali e speciali e resine poliestere insature, fu acquistata dalla Polynt, la multinazionale che ad oggi occupa 3300 addetti nei 38 stabilimenti in vari Paesi del mondo, 6 di questi in Italia con un migliaio di occupati.