CLAUDIO SANTORI
Cronaca

Polifonico, bilancio al top. Gran finale con imprevisto

Critiche sui social per l’incrocio di note tra i cori in Cattedrale e i tamburi di Giostra

Polifonico, bilancio al top. Gran finale con imprevisto

Critiche sui social per l’incrocio di note tra i cori in Cattedrale e i tamburi di Giostra

Non si può non concordare col sindaco Ghinelli quando, traendo le conclusioni del 72esimo Concorso Polifonico "Guido d’Arezzo" afferma che "il Polifonico ha confermato la sua straordinaria vitalità". Mantenendo ad Arezzo, le assise mondiali della Polifonia grazie soprattutto alla sapiente regia del direttore artistico Luigi Marzola che ha recuperato la tradizione dei tempi d’oro. Così la due giorni di competizione è filata via senza intoppi esaltando i luoghi più suggestivi della città, valorizzando la musica sacra con la collocazione in San Domenico, laureando i vincitori delle varie categorie e regalando non solo ai coristi, ma anche agli aretini, emozioni indimenticabili. Ascoltare, per esempio, il "Crucifixus" di Lotti dal coro della Saar in San Domenico, sotto il Crocifisso di Cimabue, è un’esperienza unica che solo Arezzo può offrire. Per non parlare della magia del "popolare" dove i "Cardellini del Fontanino", hanno deliziato col "bei" il pubblico che gremiva la Fortezza. Los Cantantes de Manila, vincitori del concorso, hanno salutato Arezzo con un’esecuzione da urlo di "Imagine" stupendamente arrangiata. Senza intoppi, abbiamo detto, fatto salvo un episodio spiacevole durante la messa che per antica tradizione si celebra la domenica mattina in Cattedrale con il prezioso intervento di cori protagonisti del concorso, nel caso specifico i torinesi de "La Rupe". L’esibizione è stata disturbata dai tamburi del Saracino, che rullavano nel sagrato, suscitando indispettiti commenti pure sui social, anche se l’intreccio fra i due eventio poteva essere evitato spostando la messa in altra chiesa.