Polcri, Lega spaccatutto Rompe il fronte del sì Ma il centrodestra è più vicino all’accordo

Il leader del Carroccio non va all’incontro e con lui i suoi sindaci. Il presidente conferma al resto della coalizione che lascerà entro l’anno. Ma dopo la frattura i due schieramenti sarebbero in perfetta parità.

Polcri, Lega spaccatutto  Rompe il fronte del sì  Ma il centrodestra  è più vicino all’accordo

Polcri, Lega spaccatutto Rompe il fronte del sì Ma il centrodestra è più vicino all’accordo

AREZZO

La parola chiave è "riallineamento". E’ risuonata in Provincia, al tavolo dove si sono seduti il presidente Alessandro Polcri, i consiglieri provinciali, gli amministratori e i leader aretini di Fdi e Forza Italia. Il posto rimasto vuoto è della Lega che ha rotto l’argine dell’"unità della coalizione a tutti i costi" (mantra del vertice di lunedì) per salire sull’Aventino e da lì lanciare strali su qualsiasi accordo con il presidente "eletto con il sostegno del centrosinistra" e artefice del "ribaltone. Noi siamo coerenti e non accettiamo accordi", tuona a fine mattina Gianfranco Vecchi annunciando il forfait del pomeriggio. Il leader provinciale del Carroccio è deciso a timonare il partito verso un punto di non ritorno, direzione sulla quale si ritrova (sarà un caso?) anche Silvia Chiassai, sindaca di Montevarchi ed ex presidente della Provincia. La mossa della Lega, di fatto, apre un fronte nel centrodestra e il primo effetto è l’assenza al vertice che doveva servire a chiudere la partita. Assente Vecchi, assenti i sindaci leghisti, Mario Agnelli da Castiglion Fiorentino e Luciano Meoni da Cortona. Tutti assenti tranne una: Cinzia Santoni. La consigliera provinciale leghista ha spiegato di partecipare per rispetto istituzionale annunciando la riunione serale del coordinamento del partito che dirà l’ultima parola. Gli alleati non ne fanno una questione cruciale, fiduciosi di ritrovare l’unità attorno a un accordo che pare vicino. E’ il sentiment con cui si è chiuso l’incontro. La rigidità della Lega richiede passaggi interni al centrodestra e non solo. E’ Polcri, trapela dalla riunione, ad aver espresso l’intenzione di parlare con Vecchi e i suoi per spiegare vis à vis ciò che ha ribadito agli altri: sono un uomo di centrodestra e voglio governare con voi, è il succo.

Su questo canovaccio, il centrodestra ne ricaverebbe la continuità di governo dell’ente con le deleghe che Polcri - ha confermato ieri - è pronto ad assegnare ai consiglieri; proseguirebbe la legislatura con la maggioranza uscita dalle urne nel 2021 e otterrebbe la disponibilità di Polcri a farsi da parte a dicembre quando, invece, il mandato scade nel 2026. "Perchè dovremmo autocollocarci all’opposizione di fronte a queste condizioni?" ripetono le "colombe" del centrodestra che comprendono il "travaglio" della Lega ma contano di superare l’impasse e, sopratutto, sperano che la rigidità di ieri non sia quella di oggi, dopo il coordinamento serale. Ma Polcri cosa ne ricava? Incassa il sostegno del centrodestra per una navigazione tranquilla per poi farsi da parte senza battere ciglio. Misteri della politica. In ballo, però, ci sono i numeri: il seggio della Lega fa la differenza perchè con solo 5 consiglieri e il presidente si creerebbe una situazione di parità rispetto ai sei del centrosinistra. Forse è anche per questo che Polcri vuole dare tempo alla Lega. Fino a uno slittamento della seduta sul bilancio.

Lucia Bigozzi