SILVIA BARDI
Cronaca

Piero,riaprono gli affreschi Restauro durante lo stop

Visita al capolavoro insieme alla direttrice Rossella Sileno che spiega tut i lavori fatti. A una coppia i primi biglietti nel giorno (lento) della ripartenza

di Silvia Bardi

Erano chiusi dal 6 novembre per l’ennesimo decreto anticovid. Come tutti i musei forse il posto più sicuro in assoluto dove gli assembramenti sono esclusi a priori. L’ingresso infatti da tempo era stato ridotto da venticinque a un massimo di dieci persone, che possono trattenersi nella Cappella Bacci per trenta minuti. Il paradosso vuole che se dentro la chiesa c’è il deserto, fuori della chiesa, soprattutto il fine settimana, c’è la folla. Buon senso a parte, ieri hanno riaperto gli affreschi della Leggenda della Vera Croce di i Piero della Francesca nella basilica di San Francesco. E timidamente, nel vero senso della parola, si sono affacciati i primi visitatori.

Una coppia ha avuto il privilegio di una visita guidata praticamente in esclusiva. Partenza a rilento, assenti, per ora, le prenotazioni. Partenza in sordina, da giorno feriale. Sì perché l’apertura si terrà solo il martedì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 17,30 (orario dell’ultimo ingresso),chiusura il fine settimana, il lunedì e il mercoledì. Restrizione che vale per tutti i musei e che non favorisce certo l’afflusso turistico nemmeno in zona gialla. Una riapertura con luci e ombre nel vero senso della parola. Il recente intervento di restauro, infatti, ha permesso la ripulitura di metà delle finestre a vetro piombato della parete sinistra, che ha restituito alla luce opere rese illeggibili dallo sporco. Un intervento necessario dopo il cedimento della bifora della cappella Tarlati. Le ombre invece continueranno a persistere sul Crocifisso ligneo dell’altare, scuola del Cimabue, rimasto senza illuminazione perché non ci sono i fondi per allestirla, ma anche sulle vetrate di destra. In attesa di finanziamenti anche la spolveratura della Cappella Bacci rinviata dal covid visto che l’ultimo intervento risale al 2015 e va fatto ogni cinque anni.

A farci da guida, d’eccezione, è la direttrice della Basilica di San Francesco e di Casa Vasari, Rossella Sileno. "Il cedimento strutturale della colonna della bifora, che aveva fatto cedere anche parte della vetrata, ci ha costretti a intervenire - spiega - per fortuna erano arrivati i fondi da me richiesti e così abbiamo potuto intervenire sulle vetrate sia della cappella Tarlati sia della cappella Guasconi. Le colonne in pietra arenaria per due terzi sono state sostituite da pietra forte, più resistente. Intatti invece i capitelli. Va ricordato che le colonnine noverano originali, erano già state sostituite durante il restauro del Tavanti nel 1910. La colonna della Cappella Tarlati cedendo aveva trainato anche la vetrata su cui non si interveniva da tempi immemore e abbiamo chiamato una ditta di Firenze. A protezione è stata messa una vetrata con filtri Uv".

Un lavoro complessivo di 200mila euro che ha previsto la ripulitura delle vetrate della parete sinistra, del rosone, il restauro della facciata e delle mura esterne. "Questo ci ha permesso di riportare alla luce le vetrate istoriate, nere di sporco e illeggibili, e di attribuire la monofora con molta probabilità al maestro Galileo Chini, di certo le tre monofore vengono dalla fonderia Chini" afferma Sileno. Ed ecco dunque riapparire le figure di San Giusto e San Virgilio, patroni di Trento e Trieste, di uno stemma con tre lame di spade infuocate, San Benedetto e San Serafino. "Ora spero in un altro finanziamento - auspica la direttrice - per poter lavorare alla vetrata centrale della Cappella Bacci, alla spolveratura degli affreschi e alla sostituzione dei fari del Crocifisso. Magari in un pacchetto unico il prossimo anno, ma va trovato un finanziatore".