
Pierluigi Boschi
Arezzo, 10 marzo 2017 - Il cerino lo ha riacceso la figlia Maria Elena, sottosegretario alla presidente del consiglio, nel salotto di Bruno Vespa, aPorta a Porta: «Mio padre ormai è fuori dall’inchiesta su Etruria, anche se i giornali non l’hanno scritto». In realtà per babbo Boschi quello è lo scenario più probabile, ma ancora non c’è nessun atto ufficiale. E fino ad allora il papà più famoso d’Italia resta indagato per bancarotta fraudolenta, sia pure in un filone ormai collaterale come quello della liquidazione dell’ex direttore generale Luca Bronchi.
Riassumiamo le puntate precedenti. Pierluigi Boschi finisce iscritto nel registro degli indagati agli albori delle indagini per bancarotta, prima ancora che il liquidatore Giuseppe Santoni presenti la sua relazione sulle grandi sofferenze, giusto un anno fa, nel marzo 2016. Il caso è appunto quello della buonuscita (700 mila euro netti) che vede sotto accusa l’ultimo Cda di Banca Etruria quasi al completo, quello del quale babbo Boschi era il vicepresidente.
In realtà, quando poi il Gip Anna Maria Lo Prete disporrà il sequestro parziale della liquidazione Bronchi, darà una lettura diversa dei fatti: è bancarotta, ma i veri responsabili sono coloro che condussero la trattative, quindi l’ex dg da un lato e il presidente Lorenzo Rosi dall’altro. I membri del Cda, Boschi compreso, nell’interpretazione del giudice si trovarono la pratica sul tavolo all’ultimo momento e non ebbero tempo sufficiente a valutare.
A questo punto la palla passa al pool di Pm, coordinato dal procuratore capo Roberto Rossi, che seguono le indagini: accettare l’impostazione del Gip o andare dritti sulla loro strada? La questione è rimasta in sospesa negli ultimi mesi per due ordini di motivi. Il primo è che ha preso il sopravvento la parte più corposa dell’inchiesta per bancarotta, quella sui grandi prestiti mai rientrati che sarebbero stati concessi con eccesso di confidenza.
E’ il filone che ha portato ai 22 avvisi di chiusura indagine della vigilia di Natale e lì Boschi non c’è, così come non c’è nessuno dell’ultimo Cda, fatta eccezione per Rosi, che però risponde di ipotesi di reato precedenti. E’ a questo che probabilmente si riferisce Maria Elena Boschi quando parla di padre fuori dall’inchiesta.
Invece la questione è tuttora in sospeso perchè il sequestro della buonuscita ha innescato una raffica di ricorsi in cassazione. Bocciata la richiesta di revoca presentata dalla difesa, resta quello della procura, che vuole invece il sequestro totale. E fino a quando la suprema corte non si pronuncia, il caso non può essere chiuso, nè in un senso nè in un altro. Secondo le indiscrezioni, tuttavia, i Pm paiono intenzionati ad accogliere il lodo Lo Prete. In quel caso Boschi senior e i colleghi di Cda viaggerebbero verso l’archiviazione.