
Piazza Grande, doppio cantiere. Sarà rifatta la scala di Fraternita. Conto alla rovescia per la Giostra
A ridosso di quella scalinata si concentrava una bella fetta del mercato: l’ordinanza che proibiva i banchi sotto le Logge, fissava nel ‘700 perfino la merceologia. Proprio lì dove, un giorno, sarebbe stata montata la Tribuna A della Giostra potevano essere venduti paperi, polli, piccioni, selvaggina selvatica, uova e formaggio. E ora è lì che si è aperto il secondo cantiere di piazza Grande. Il tesoro dei tesori, una delle piazze più belle del mondo. Con due lavori in corso in contemporanea, roba da far sussultare i turisti e gli aretini. Da qualche giorno è partita l’operazione scalinata. È quella rampa semicircolare realizzata alla fine del ‘600 e poi completata con la balaustra circa un secolo dopo. E che da anni aveva bisogno di una potente rinfrescata: ora il progetto è partito. La Fraternita si riserva di fornire tra qualche giorno tutti i dettagli dell’operazione che però è lì, sotto il sole e impossibile da non seguire live. Il primo rettore Pier Luigi Rossi da anni aveva posto questo intervento tra le priorità più importanti del suo mandato e sta mantenendo la promessa, in pieno accordo e in sinergia con il Comune. L’operazione completa quella del 2018 che aveva visto "rinascere" la terrazza: il progetto, oggi come allora, è firmato dall’architetto Daniele Talozzi, autore di uno studio accurato sulle caratteristiche che l’operazione avrebbe dovuto avere. Allora fu fissata la priorità dell’uso del travertino: materiale recuperato addirittura nella cava delle Celle di Rapolano, la stessa che per secoli lo aveva fornito alle operazioni di crescita della città: il sagrato della Cattedrale, il pavimento e i pilastri delle Logge Vasari, la fonte di piazza Grande e perfino le scale e la terrazza che costeggia la Pieve.
Era il travertino della balaustra, l’ultima arrivata dell’operazione intorno al 1780: ora è il turno della scala di accesso al palazzo del Tribunale, la struttura che sta tra l’abside e il vero e proprio Palazzo di Fraternita e le cui frammentazioni erano visibili a occhio nudo. Si tratta di un intervento che prevede la demolizione dell’attuale struttura e la cui spesa è stimata in 130 mila euro e che dovrebbe essere completato nell’arco di 75 giorni. Sono nulla di fronte ai secoli e alla necessità di ridare dignità a questo angolo straordinario del centro ma si incrociano con la Giostra di giugno. Il cantiere sarà comunque completato in tempo o al massimo sospeso per consentire il tradizionale allestimento della piazza. L’operazione è portata avanti da due ditte, una di Monte San Savino e una di Battifolle, entrambe specializzate per i lavori nei centri storici. Un cantiere guidato da Alfredo Provenza secondo il progetto dell’architetto Talozzi, portato avanti in tandem da Comune e Fraternita sotto la supervisione della Soprintendenza.
E si affianca all’altro cantiere aperto: quello intorno al Petrone, la colonna infame al centro del mattonato. Sarà riscoperto prima della Giostra e riportato sotto la stessa luce che illumina i lavori intorno ai 14 gradini semicircolari della scalinata davanti a Fraternita.