di Marianna Grazi
AREZZO
Un debutto da pelle d’oca: così lo definisce ridendo Pera Toons, nome d’arte di Alessandro Perugini, e visto che i protagonisti della cover sono Paperino e Paperina non gli si può certo dar torto. Nella copertina del nuovo numero di Topolino, in edicola da oggi, realizzata da Corrado Mastantuono, l’omaggio al fumettista e disegnatore cortonese, che esordisce nel magazine a strisce e baloon più amato con un’intervista e un’inedita storia a fumetti dal titolo “6 curiosità su…”.
Alessandro com’è arrivato su Topolino?
"L’idea bolliva in pentola da un paio di anni. Si tratta di una collaborazione, è diverso da come gli autori Disney lavorano abitualmente (o con il disegno o la sceneggiatura o entrambe), ma avevo un’idea che mi frullava in testa e che è piaciuta subito anche a loro".
Cioè?
"Un format che volevo proporre da tanto, che era già apparso sui miei social. Un format diciamo educativo, in cui spiego in pillole un argomento. L’idea è stata accolta con entusiasmo tanto che questa sarà la prima uscita di tre. Le altre arriveranno nel corso dell’anno, speriamo che piacciano anche al pubblico ma per me è già una grandissima soddisfazione, sono felicissimo".
Non ci tenga sulle spine: qual è l’argomento del format?
"In questa uscita parlo di intelligenza artificiale. Sono sei pillole basilari accompagnate con delle mie freddure. Nozioni e battute, il tutto condito dai disegni dei personaggi Disney. Ammetto che quelli di Disney sono stati eccezionali: parliamo di Topolino, l’olimpo dei fumetti, e mi hanno dato carta bianca su disegni e format, con zero correzioni anche da parte della casa madre. Anzi, l’unico limite che mi è stato dato era disegnare un loro personaggio. Visto l’argomento ho scelto Archimede Pitagorico ed Edi, l’inventore e l’invenzione, reinterpretati secondo il mio stile. Non potevano che essere loro, poi Edi, che è una lampadina, si presta a tantissime battute, tipo: “Come Watt?”".
Com’è stato confrontarsi con il disegno di personaggi iconici che accompagnano l’immaginario collettivo da quasi un secolo?
"Da una parte mi tremava la mano. Rendere certi personaggi riconoscibili a colpo d’occhio con il mio stile - che è minimale - può essere difficile. Dall’altra ho avuto l’opportunità di non dovermi adeguare alle linee guida ma di farlo a mia interpretazione. Un format che è più nelle mie corde, faccio delle vignette singole, al massimo brevi strisce umoristiche. E poterlo fare in questo contesto mi rende orgoglioso pensando alla mia infanzia e a come mia mamma mi ha introdotto ai fumetti di Topolino. Ho la pelle d’oca! (perché disegno paperi in copertina, ride). E a proposito di paperi: d’ora in poi chiamatemi PaPera (ride)".
Sarà mica che un certo papero è il suo personaggio preferito…?
"Esatto! Paperino: sfortunato, antieroe, un po’ furbino, lo adoro e mi ci rivedo. Sia in chiave Topolino magazine sia dei cartoni anni’ 50. Conta che la mia storia mia preferita è “Paperino e la tuta antitutto”. E ho appena scoperto che è del 6 agosto 1972, dieci anni prima che io nascessi e in copertina c’era Archimede Pitagorico. Coincidenze?".
Che influenza ha avuto Disney nella sua vita?
"Tutto ha contribuito a portarmi a diventare quello che sono: i lungometraggi, i cartoni animati, soprattutto i fumetti di Topolino. Fin da bambino scoprii che quello italiano è il numero uno del mondo, non c’è pari quanto a influenza nella società, nemmeno in America. Tutto della Disney fa parte della nostra cultura, della mia generazione, di quelle precedenti, ma anche di quella di mia figlia che ha 7 anni. Insomma per me è un sogno realizzato".