CLAUDIO SANTORI
Cronaca

Pensava di guidare il Polifonico Scopre un bando per sostituirlo

Donati: "Devo lasciare, cercano un altro direttore e non lo sapevo. Dopo vent’anni mi aspettavo un grazie"

di Claudio Santori

Lorenzo Donati, già allievo del Liceo Musicale, è oggi, come si suol dire ,"arrivato", sia come direttore di coro e organizzatore musicale che come compositore con un grosso pacchetto di partiture che sono nel repertorio di corali in tutto il mondo. Direttore artistico della Fondazione Guido d’Arezzo per la coralità, ha recentemente scoperto di essere "uscente" in quanto è stato emanato a sua insaputa il bando per la ricopertura del ruolo a partire dalla prossima stagione del Polifonico, e se né è garbatamente sfogato su facebook, aprendo la strada a qualche domanda chiarificatrice.

Quali i tuoi esordi musicali?

"Ho avuto la fortuna di studiare direzione di coro alla Fondazione Guido d’Arezzo tra il ’94 e il ’96 in uno straordinario triennio finanziato dalla Comunità Europea. Fu un’esperienza straordinaria per 15 direttori selezionati in tutta Italia. Poi nel ’98 vinsi il terzo premio al Nazionale con il Vox Cordis, nel ‘99 il primo premio al Concorso Internazionale di Composizione, poi nel 2000 il primo premio al Nazionale con il mio Ensemble Hesperimenta. Penso che a quel punto si siano detti che o mi facevano lavorare all’interno o avrei continuato a rompere le scatole vincendo qualche premio ogni anno".

Scherzi a parte?

"Dal 2001 ho iniziato a collaborare con la Fondazione Guido d’Arezzo, via via in ruoli sempre di maggiore responsabilità, fino alla direzione artistica che mi fu affidata, tramite bando, dalla presidente Slavska Tsakova nel 2015".

Vincesti un concorso?

"Si perché un bando di selezione in Fondazione l’ho già fatto e vinto. Unico bando perché la Fondazione per ruoli artistici né prima né dopo ne ha fatti altri. Sembra che i bandi siano necessari solo quando a partecipare c’è Lorenzo Donati. Dato che per altri ruoli hanno nominato personalità dell’arte senza alcun bando, visto l’avvicinarsi del settantesimo anniversario del concorso, pensavo che avremmo potuto proseguire la collaborazione e magari rimandare il bando durante il 2022 per preparare le edizioni future. Ma hanno preferito altro".

Un bando sbagliato?

"Sì, nei tempi, perché eventualmente andava fatto prima. Nei modi, perché in ogni caso era doveroso congedare il direttore Donati almeno con un ’grazie, hai fatto un buon lavoro’. Nei contenuti, perché leggendolo bene la ricerca non è per un direttore artistico, ma per un ruolo al massimo di segreteria artistica".

E ora? Ti candiderai alla successione di te stesso?

"Non lo so. La Fondazione Guido d’Arezzo ha avuto un grande rinnovamento e certo al momento naviga ancora con qualche comprensibile difficoltà. La Polifonia che era prima l’unico obiettivo della vecchia Fondazione, ora è una delle tante attività della nuova. Per quello che mi riguarda ho la fortuna di collaborare con grandi istituzioni come l’Accademia Chigiana di Siena o realtà prestigiose come il Festival Internazionale di Fano, dirigo Vox Cordis e UT Insieme Vocale-consonante, il coro professionale della Cattedrale di Siena e insegno in uno dei più prestigiosi conservatori d’Italia, quello di Trento. E poi c’è la mia attività come compositoreche sta avendo risultati che non avrei mai sognato. Quindi potrò vivere a musica anche senza la Fondazione, ma sembra che mi si sia voluto scippare l’anniversario del settantesimo anno del Polifonico. Andrò come spettatore oppure finalmente tornerò al mare.