ALBERTO PIERINI
Cronaca

Parroco chiama i carabinieri la notte di Natale per un clochard

Don Basilio: "Non c’entra la carità, inveisce contro chi passa: tutto segnalato da mesi"

Don Basilio Bakhes Maher (nella foto da Tsd)

Arezzo, 27 dicembre 2022 - ​ La maggior parte dei fedeli non se ne è neanche accorta: perché all’ingresso della Messa di mezzanotte la chiesa di piazza Giotto offriva il suo volto consueto. Le porte aperte, la luce del grande evento liturgico ma anche il solito clochard sulle scale, coperto di lana grossa e la mano tesa. Eppure alle spalle la notte era stata movimentata.

Perché intorno alle 22.30 il parroco ha chiamato i carabinieri proprio perché intervenissero su quella presenza sulle scale esterne della chiesa. Don Basilio Bakhes Maher (nella foto da Tsd) guida da qualche anno una delle parrocchie più popolose della diocesi. Siriano, l’amore della sua terra espresso anche con uscite pubbliche, studioso della Bibbia. Quella notte però ha deciso di chiamare i carabinieri.

Ma non è un paradosso di fronte alla scelta di carità predicata poco dopo e con forza dall’altare? "No, qui non è in ballo la carità: i poveri qui vengono sempre accolti e ascoltati, lo sa tutta la città. E’ un problema di degrado e di sicurezza e non è la prima volta che lo sollevo, l’ho segnalato tante volte alle autorità".

Ma torniamo alla notte di Natale. La veglia era fissata per le 23.30, una delle più tardive dopo la Cattedrale, dove la Messa è iniziata dopo mezzanotte. Intorno alle 22.30 don Basilio vede che la storia si ripete e chiede aiuto. I carabinieri arrivano, il senza tetto si allontana autonomamente e per un po’ sparisce. Ma è solo un intervallo. Per la Messa di mezzanotte, anzi delle 23.30, è puntuale più di una suora: e dalla sua postazione assiste placido anche al ritorno verso casa degli ultimi fedeli, quelli che tirano l’una di notte per farsi gli auguri o per due chiacchiere approfittando della festa.

Ma non è una scelta un po’ forte chiamare i carabinieri per un clochard sulle scale? "I miei parrocchiani lo sanno, è una questione che si trascina da tempo. Non è solo una persona che chiede l’elemosina o dorme sulle scale. E’ una questione di sicurezza. Spesso è ubriaco. E finisce per inveire o dare risposte brusche a chi gli rifiuta una moneta. E questo non va bene".

Anzi, dice, alle spalle qualche soluzione era stata trovata. "La Caritas ha forme di accoglienza fisse, un dormitorio invernale, situazioni molto più sicure anche per lui. Ma ci rimane due giorni e poi se ne va".

Obiettivamente la situazione guardata dall’esterno non è il massimo dell’accoglienza di Natale: nei fatti capita davvero raramente che un parroco chiami polizia o carabinieri in queste situazioni. E l’appello addirittura nella notte più importante dell’anno è ancora più raro.

Don Basilio assicura però che i presupposti c’erano tutti. «Ci sono telecamere che seguono in tempo reale quello che avviene fuori: e mostra cose che personalmente mi preoccupano. Le offerte che riceve, spesso copiose e forse per questo si tiene stretta la sua posizione, finiscono in alcol e vino. Ci sono persone che bevono fuori a tutti gli orari. E non solo questo". Don Basilio lancia il suo allarme. "A volte vedi fino a dieci persone bere in questo angolo della piazza o sulle scale della chiesa. E a volte, e non so dico subito di chi si tratti, assisti anche al passaggio di droga, a piccole forme di spaccio".

Da qui la segnalazione alle forze dell’ordine. "Ho scritto dettagliatamente quanto succede qui fuori almeno nei limiti di quello che posso conoscere: devo pensare alla sicurezza dei miei parrocchiani". Ma la protesta della notte santa è venuta quindi da loro?

«No, diciamo che si è trattato di una cosa congiunta, vedo con i miei occhi ma mi arrivano anche segnalazioni". Parla di ulteriori casi di bisogni fatti in piazza, ingressi anomali in chiesa e tanto altro. Fino alla telefonata della notte di Natale.