CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Parco commerciale, resta il mistero

Le associazioni di categoria chiedono un maggiore coinvolgimento. "Centro storico penalizzato"

di Claudio Roselli

Una mossa che deve essere attentamente valutata e condivisa non solo con l’amministrazione, ma anche con le associazioni di categoria, per fare in modo che l’opportunità su un versante non diventi una penalizzazione sull’altro. Non si è fatta attendere, a Sansepolcro, la risposta delle organizzazioni degli esercenti alla proprietà dell’area ex Cose di Lana sull’ipotesi del nuovo parco commerciale nella zona industriale di Santafiora.

"Finalmente si parla in maniera esplicita di un progetto che viene presentato come ‘concreta opportunità per Sansepolcro’ – dichiara Massimiliano Micelli, responsabile valtiberino di Confcommercio – ma che è rimasto avvolto nel mistero fino a quando la nostra associazione non ha deciso di sollecitare una discussione in merito. Siamo anche felici di apprendere che le scelte urbanistiche e di destinazione vengono ‘discusse e condivise’ con l’amministrazione: ci attendiamo altrettanta condivisione e discussione da parte dell’amministrazione anche con le categorie economiche del territorio, allo scopo di condividere il miglior percorso per la realizzazione di questa importante opera".

"In ogni nostra esternazione – prosegue Micelli – abbiamo sempre e comunque ribadito la piena legittimità da parte dei proprietari a svolgere ogni attività consentita dalle leggi vigenti nel Comune di Sansepolcro, che sono le stesse vigenti anche nel resto del territorio toscano. Siamo più che mai disponibili, e lo abbiamo detto fin da subito, a condividere ogni aspetto ed a discutere ogni criticità di questo progetto, perché se deve rappresentare una opportunità per la città riteniamo che vada discussa e condivisa apertamente con ogni soggetto che fa parte della comunità stessa".

Più drastico Matteo Tarducci, presidente locale di Confesercenti: "E’ chiaro che ogni nuova struttura commerciale fuori dal contesto cittadino diventi una botta per il centro storico, né si può dire che mettendola in altri Comuni sarebbe una opportunità persa per noi. Abbiamo visto anche a Città di Castello come i grandi insediamenti commerciali nella zona nord stiano mettendo in difficoltà la parte antica, per cui andremo avanti nella nostra battaglia riproponendo uno slogan in favore del negozio di vicinato, che tanto utile si è rivelato nel periodo dell’emergenza coronavirus. L’esercizio tradizionale e il centro storico debbono essere tutelati – ribadisce Tarducci – anche perché alla fine mi chiedo cosa potrà succedere un domani agli stessi centri commerciali: ne abbiamo già diversi in un Comune che conta 16mila abitanti scarsi e nonostante il bacino di utenza sia allargato ad Anghiari, Pieve Santo Stefano, Caprese Michelangelo, Monterchi e San Giustino (dalle quali si continua comunque a venire), è chiaro che a gioco lungo la situazione diverrà critica anche per la grande distribuzione. Che poi il capannone di Santafiora abbia bisogno di una riqualificazione sono il primo io a sostenerlo: non è una bella immagine per chi entra in città, ma non esiste soltanto la destinazione commerciale".