
Genc Kapxhiu
Arezzo, 3 giugno 2018 - «Passo da lì ogni mattina per andare al lavoro e posso garantire che a Campo di Marte succede di tutto». A parlare è un medico molto conosciuto in città, è albanese e ha un cognome quasi impronunciabile: si chiama Genc Kapxhiu, ha 45 anni, è sposato con due figli. In Italia dal 1998, Genc arrivò qui che era laureato in medicina e chirurgia all’università di Tirana. Un pezzo di carta, non riconosciuto in Italia. Nel 2001 si iscrisse allora all’università di Siena per arrivare alla sua seconda laurea, in medicina, stavolta con tutti i crismi. Poi l’assunzione alla Asl aretina, prima con un contratto annuale poi a titolo definitivo nel 2008.
E ora Genc, dall’osservatorio privilegiato di medico del pronto soccorso, si dice scandalizzato per quello che succede nella zona segnata con la matita rossa anche dalle forze dell’ordine. «Ho letto - spiega - la denuncia dei dipendenti dell’Agenzia dell’Entrate pubblicata dal vostro giornale e la condivido al cento per cento. Ho rilanciato l’articolo con un post di facebook per diffonderlo il più possibile e far capire alle persone una situazione ormai al limite e che continua a peggiorare di settimana in settimana».
«Ho assistito con i miei occhi - prosegue - allo spaccio di droga, ho visto persone che si bucavano nei giardini, specie quando la siepe non era stata ancora tagliata e per tanti diventava un nascondiglio». Ma soprattutto è ciò che avviene al pronto soccorso a spingere Kapxhiu a lanciare un grido d’allarme: «Personalmente sono intervenuto in almeno quattro o cinque casi di overdose ma naturalmente non c’era sempre il sottoscritto in servizio. E da dove arrivano questi ragazzi? In genere da Campo di Marte o dal Pionta, proprio le zone che il vostro giornale non si stanca mai di indicare come quelle più a rischio. Intollerabile».
Come poco sopportabile che gli sbandati gravitanti intorno all’area della stazione denuncino malori praticamente tutte le sere per farsi portare al pronto soccorso e lì passare la notte. E’ la città nascosta che spesso e volentieri passa inosservata agli occhi di molti, ma non certo in quelli di chi risiede o opera a Campo di Marte e dintorni. «No, in quel caso i commerci illeciti sono visibili a ogni ora del giorno e delle notte», prosegue il medico che applaude ai dipendenti dell’Agenzia delle Entrate: «Hanno avuto il coraggio di non nascondersi dietro un dito e di spiattellare davanti alla città una situazione raccapricciante che va assolutamente recuperata, anche con la forza se necessario».