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Ottone al posto dell’oro: due denunce per truffa dopo la scoperta del cliente arabo

Credeva di acquistare gioielli placcati ma il metallo prezioso non c’era

Ottone al posto dell’oro Due denunce per truffa dopo la scoperta del cliente arabo

Arezzo, 20 giugno 2003 – Non erano gioielli in oro puro a 14 carati, ma di ottone placcato. A scoprire la truffa messa in piedi da una società aretina, operante nel commercio di bigiotteria, è stato il nucleo di polizia economico-finanziaria di Arezzo, dopo che un commerciante arabo, che con quella società aveva stipulato un contratto, pagando la fornitura oltre 300mila euro, ha presentato una denuncia.

I due aretini, finiti nelle maglie delle fiamme gialle, sono stati denunciati per truffa aggravata.

È stata necessaria un’articolata indagine per ricostruire il raggiro messo in piedi dai due, a conclusione della quale i militari sono riusciti ad acquisire fondati elementi circa l’esistenza di un grave sistema truffaldino, che si è consumato lo scorso mese di marzo, a carico di commercianti orafi di stanza negli Stati Uniti ed in Giordania.

Gli accertamenti hanno tratto origine dalla denuncia-querela sporta da un imprenditore, legale rappresentante di una società araba di intermediazione di livello internazionale, a cui sono stati venduti oggetti non rispondenti alle effettive caratteristiche contrattualizzate con il fornitore. In breve, all’imprenditore era stata venduta paccottiglia rispetto ai monili in oro, 14 carati, come da accordo, che pensava di acquistare dai due aretini.

Nello specifico gli erano stati rifilati monìli di ottone placcati in oro, in luogo di semilavoratioreficeria di metallo prezioso di purezza 14 carati, previsti invece dagli accordi negoziali. Ingente il danno subito dalla vittima che, a seguito del raggìro subìto, ha corrisposto oltre 300 mila euro convinto del valore degli oggetti; ma in realtà quelli acquistati erano di ben più basso valore commerciale.

I protagonisti della vicenda, denunciati alla locale autorità giudiziaria, sono due uomini della provincia di Arezzo, di cui uno, reale dominus del sistema fraudolento, è già noto alle cronache giudiziarie. Un vero "mago" delle truffe, capace di ideare e realizzare artifizi e raggiri. Ma questa volta il suo "incantesimo" è stato scoperto.

Gaia Papi