
Il gip Borraccia
Arezzo, 22 settembre 2017 - Otto rinvii a giudizio. Si chiude così il primo round di una vicenda giudiziaria iniziata nel 2014 con due arresti e sei indagati. In manette erano finiti Fabrizio Sabatini, 57 anni, assicuratore di professione e allenatore di pallavolo per passione, faccia conosciutissima dello sport aretino; e Alfonso Fasano, sessantenne, campano di origine ma residente a Foiano. Entrambi vanno a processo insieme a Vincenzo Fasano (figlio di Alfonso), Marcello Bonichi, Gino Baretti, Antonio De Luca, Romando D’Agostino e Massimo Bernardini. Per tutti l’accusa è di usura, a Sabatini si aggiunge quella di estorsione.
Gli otto sono difesi dagli avvocati Antonio Bonacci (i due Fasano), Marco Bufalini, Riccardo Locci, Nicola Detti, Betti di Siena. La vittima del presunto ricatto usurario che aveva denunciato tutto era uno dei due figli dell’ex presidente dell’Arezzo Gustavo Braconi. Allora i carabinieri del nucleo investigativo avevano messo sotto controllo i telefoni avviando l’indagine. Immediato il ricorso al Riesame per Sabatini, basato sul fatto che l’assicuratore sarebbe rimasto incastrato ingenuamente e quindi più vittima che colpevole. Nell’inchiesta invece si ipotizzava che Sabatini fosse una sorta di intermediario, che metteva in contatto i clienti con Fasano.
Secondo la difesa, Sabatini sarebbe entrato in gioco solo per dare una mano all’amico in difficoltà e sarebbe stato sempre lui ad anticipare al Fasano gli interessi che questi pretendeva. In questa chiave, si sostiene, andrebbero inquadrate le frasi pronunciate al telefono: non minacce vere e proprie, ma giri di parole per convincere l’amico a restituirgli gli interessi che lui stesso aveva versato al Fasano, senza farci alcuna cresta sopra.
Poi un terzo arresto: Vincenzo, il figlio di Fasano, vittima un artigiano valdarnese. E anche in questo caso la difesa aveva portato avani la tesi dell’incastro e dell’ingenuità. Ma il Gip Giampiero Borraccia non è stato ieri dello stesso avviso e ha rinviato a giudizio Sabatini, i due Fasano e gli altri cinque indagati.