Fissata ad ottobre la data delle elezioni per il rinnovo del consiglio direttivo, per l’ordine delle professioni infermieristiche, è tempo di bilanci. "Un bilancio positivo alla luce delle numerose attività con le quali Arezzo si è contraddistinta a livello nazionale. Gli infermieri si caratterizzano sempre di più per garantire una sicurezza e un’assistenza adeguata sul territorio" spiega il presidente Giovanni Grasso.
Presidente sono molti i progetti realizzati, ne citi qualcuno...
"Sicuramente la prescrizione infermieristica, per molti anni riservata alla sola professione medica, potrebbe diventare realtà alla fine dell’anno, ma anche l’attivazione di protocolli infermieristici in emergenza-urgenza. E poi il progetto Sicurezza 0-6 con il quale cinquanta tra maestre, educatori e collaboratori scolastici sono stati formati per la fondamentale manovra di disostruzione delle vie aeree".
La vostra è una formazione continua che poi diffondete…
"Sì, penso ai moltissimi corsi di primo soccorso svolti dal nostro Thomas Tori, e ai 40 defibrillatori consegnati in tutta la provincia". Presidente tra i molti, c’è un obiettivo di cui siete particolarmente orgogliosi... "Sì, un obiettivo su cui vantiamo il nostro importante contributo, sono gli infermieri di famiglia e comunità in cui siamo protagonisti a livello nazionale. 116 in tutta la provincia, un progetto che ha visto l’assistenza spostarsi dall’ospedale al territorio".
Trentatré nuovi infermieri in arrivo all’emergenza urgenza del San Donato, cosa vuol dire per Arezzo?
"Sarà una boccata di ossigeno, ma non saranno sufficienti. È un bel segnale, ma il nostro sarà un monitoraggio attivo per garantire un numero di assunzioni adeguate alle necessità dei vari settori".
Quanti infermieri servirebbero?
"Sappiamo che la carenza è cronica in tutti i reparti. Difficile da calcolare il numero preciso. Sappiamo di certo che i turn over non sono stati sostituiti al 100%, ma la 95%. Questo dà il senso della difficoltà, soprattutto perché c’è un blocco nelle assunzioni che non deriva dalle aziende ospedaliere, ma dalla Regione. Per questo a breve avrò un incontro con l’assessore Bezzini per chiarire una cosa imprescindibile: la necessità di personale adeguato per dare assistenza di qualità e continua".
Lontani i tempi in cui medici e infermieri venivano considerati eroi, la violenza nei reparti non si ferma…
"E’ un tema molto importate, una delle tante soluzioni potrebbe essere la polizia regionale, paventata anche dal governatore Giani; ma è necessario prima di tutto stringere un patto di fiducia con il cittadino e rinnovarlo continuamente. La fiducia è il principale motivo per evitare atti di violenza".
E come in ogni buon bilancio che si rispetti, quali sono le prospettive future?
"Tra i vari obiettivi sicuramente quello di formalizzare la figura dell’assistente infermieristico gestito da professionisti infermieri. E a proposito di questo: migliorare la qualità della formazione infermieristica e incrementare il numero di docenti universitari infermieri, in un’ottica di evoluzione della professione sempre più specializzata".