Salvatore Mannino
Cronaca

Oro Arezzo slitta ancora, le reazioni degli imprenditori: farla al più presto

"Virtuale? Meglio di niente". Veneri: spero di ripartire con l'azienda dopo Pasqua. Giordini: tempi rapidi ma produzione in una seconda fase. Parrini: non c’è fretta, mercati fermi

Parte OroArezzo

Arezzo, 9 aprile 2020 - Magari non era già tutto previsto, come nella canzone di Cocciante, però era tutto prevedibile. Oro Arezzo, la prima fiera dei gioielli dell’anno, slitta ancora, come annuncia nell’intervista qui a fianco Lorenzo Cagnoni, presidente di Ieg, il gigante fieristico organizzatore dei due eventi del settore. Dal 19-21 giugno del primo rinvio a data da destinarsi, ma comunque prima di Vicenza Oro, fissata e confermata per il primo week-end di settembre.

Spostamento che era da giorni se non scontato almeno plausibile, alla luce di una ripartenza del Paese, e anche del Sistema Arezzo, che si annuncia lunga e complessa. Ricomincermo piano piano, per fasi, con la distanza sociale, le mascherine e senza assembramenti. Mentre nulla più di una fiera è quasi un assembramento-affollamento per definizione.

Basta pensare, senza nemmeno riferirsi al pubblico dei buyers e degli standisti, all’immagine simbolo delle inaugurazioni, coi vip incollati uno all’altro nel taglio del nastro, a portata di fiato. Ecco perchè Cagnoni e Ieg progettano un’edizione non solo più lontana nel tempo ma anche adeguata all’emergenza, senza la presenza fisica dei buyers (che chissà se per allora potranno tornare a spostarsi in aereo), ma con la loro partecipazione virtuale, tramite le piattaforme disponibili grazie alla tecnologia.

La reazione degli orafi non è negativa, anche loro si rendono conto che Oro Arezzo va parametrata al tempo del virus. «Meglio una fiera così che niente - dice Gabriele Veneri, portavoce di categoria della Cna. Certo pensare a un’edizione in cui non ci sarà un incontro fisico fra operatori, un abbraccio o una stretta di mano per sigillare un affare, dà una strana sensazione».

E gli fa eco Giordana Giordini, presidente aretina di Federorafi di Confindustria: «Ci dobbiamo adattare a un mondo diverso da come lo abbiamo conosciuto prima, la tecnologia ci dà una mano. Viaggeremo di meno e useremo più videconferenze. Certo, bisogna stare attenti. Già ci avevamo provato in passato a usare una piattafoma tecnologica, ma è stato un fallimento perchè non era stata tarata bene».

«Grazie a Ieg - dice anche Luca Parrini, presidente degli orafi di Confartigianato - per aver trovato il modo di fare comunque la fiera ai tempi dell’emergenza. Ci mancherà comunque quell’empatia degli italiani che riusciamo a sfruttare per vendere solo vedendoci di persona». Ma la prima questione è quella delle date. Dopo Vicenza Oro, nell’ultima metà di settembre non si può, perchè vorrebbe dire avvicinarsi troppo a Gold Italy di ottobre, la seconda fiera che Cagnoni non vuole far saltare.

E prima c’è agosto di mezzo, con le ferie, sia pure ridotto al minimo e ancora Vicenza che preme: «Ci serve almeno un mese - spiegano a una voce Parrini e Veneri - per cambiare campionari e modelli». Ieg, incalza Giordana Giordini - «ha il polso giusto per sentire gli operatori e programmare con loro la data migliore. Ma direi che non si può andare troppo in là».

Il calendario, insomma, si restringe a luglio, ma non troppo vicino alla vecchia data di giugno perchè si ricadrebbe nelle stesse incognite, e prima settimana di agosto. «L’importante - dice Luca Veneri - è farla il prima possibile. Abbiamo bisogno di rimetterci in modo». Già, ripartire, anche con la riapertura delle fabbriche del distretto, ora chiuse al gran completo con migliaia di dipendenti in cassa integrazione.

Ma quando? Veneri e anche Giordini non disdegnerebbero un ritorno alla normalità veloce per step. «Fosse per noi - spiegano - riapriremmo anche dalla metà di aprile, con la prima tornata di aziende. Ma solo con la modellistica, la progettazione e i progetti. Per la produzione ci vorrà più tempo, almeno maggio». Che è la data verso la quale è fissata anche l’attenzione di Parrini: «Tanto per ora i nostri mercati sono tutti chiusi, inutile correre».