Ci vuole coraggio e amore. Il progetto che due anni e mezzo fa è partito alla IV Novembre, tra poco più di un mese diventerà effettivo. Su quei muri, affrescati con tanta passione dall’intera comunità del quartiere Saione, presto ci sarà la targa "Scuola Dada". "Il Covid ci ha messo di fronte e mille difficoltà, ma ci ha lasciato in eredità l’attitudine a pensare le cose da capo" spiega con entusiasmo il dirigente scolastico, Marco Chioccioli, alla IV Novembre dal 2018. "I primi anni sono stati caratterizzati dal tentativo di riqualificazione del plesso, poi il Covid ha bloccato tanti progetti, ma poi siamo tornati con maggior slancio e più coraggio".
E allora ecco la riorganizzazione della scuola con il modello Dada, secondo il quale gli studenti si muovono fra le classi in base all’orario delle lezioni e raggiungono i docenti nelle aule della materia. Alla IV Novembre quattro piani sono stati organizzati per dipartimenti disciplinari. Al piano terra le arti e le attività motorie. Al primo piano: matematica e scienze, il secondo dedicato a lettere e storia e al terzo le lingue, religione, la biblioteca, informatica e i laboratori di italiano lingua 2 per i numerosi studenti stranieri. "La mattina è organizzata in tre blocchi, il che vuol dire tre materie al giorno per due ore ciascuna. E uscita alle 14. Sei ore in cui è cambiato il modo di stare a scuola: più confortevole e quindi più produttivo". Ogni due ore i ragazzi cambiano l’aula e vanno a raggiungerla fisicamente, ad attenderli l’insegnante e la nuova materia, spostandosi da una all’altra nel cambio di lezione, proprio come succede negli Stati Uniti, ma ormai anche in molte scuole italiane. Le aule tematiche a vocazione disciplinare e interdisciplinare hanno sostituito le tradizionali aule di classe, diventando veri laboratori che gli insegnanti possono organizzare a seconda della lezione.
Obiettivi? "Prima di tutto la socialità interna della classe, ogni studente, al cambio aula, è libero di scegliere un banco nuovo e un compagno diverso. Inoltre gli spostamenti cambiano l’ottica dello studente. Sono loro che vanno a prendere la materia, richiedendo un’attivazione continua. Questo crea un atteggiamento più costruttivo, attivo. In più c’è maggiore leggerezza, le mattine sono meno ripetitive" spiega il dirigente. E ancora: "Le insegnanti diventano titolari di un ambiente che possono attrezzare secondo le loro esigenze". Un preside coraggioso e lungimirante.
La IV Novembre non è la sola scuola in cui ha sperimentato nuove forme di istruzione. "Alla Sante Tani le aule sono divise tra quelle a righe e a quadri dove gli gli studenti si alternano. E poi alla Masaccio è partito il metodo Bortolato, un metodo analogico che permette, tramite l’associazione per immagini, l’apprendimento delle lettere" Tra le scuole portabandiera del modello Dada c’è anche la secondaria di primo grado "Garibaldi" di Capolona Subbiano. "Abbiamo cercato di dare anche alla scuola media i valori del modello Senza zaino che abbiamo applicato a tutte le nostre primarie" spiega la dirigente Paola Vignaroli. "Il progetto è coinciso con il Pnrr e così abbiamo potuto acquistare arredi, materiale tecnologico e armadietti. Gli studenti sono entusiasti".