
di Maria Rosa Di Termine
Adesso c’è l’ufficialità. La Valentino Shoes Lab, come anticipato nei giorni scorsi, ha deciso di non lasciare il Valdarno e di ripartire a due passi dallo stabilimento distrutto da un violento incendio nella notte del 1 aprile scorso. E’ arrivato sul tavolo del Prefetto di Arezzo Maddalena De Luca il piano industriale per la rinascita dell’azienda nell’area produttiva di Levane, in territorio di Bucine. Sarà riconvertito lo stabile ora in affitto e occupato da un’altra realtà del fashion group internazionale, la Valentino Spa, al momento destinata a uffici e ai settori del taglio e del campionario delle calzature. E proprio quell’immobile che si trova di fronte alla fabbrica ridotta in cenere dalle fiamme saranno accolti 130 dei circa 160 dipendenti, un terzo dei quali in questi mesi è stato dirottato a Capraia, nella piana fiorentina, in un altro sito del gruppo.
"E’ il risultato importante dell’azione sindacale intrapresa fin dai primi giorni successivi al rogo – ha commentato Gabriele Innocenti, segretario provinciale della Filctem Cgil – e fatto proprio dalle istituzioni a cominciare dal Prefetto. Nell’incontro in videoconferenza di dieci giorni fa con i dirigenti nazionali della Valentino, presente anche la chief human resources officer Rosa Santamaria Maurizio, ci è stato illustrato il progetto, approvato dal Consiglio di Amministrazione, che prevede di attivare nella nuova collocazione tre manovie per produrre le scarpe da donna. Ad oggi in quella sede lavorano 60 persone e pertanto la ristrutturazione dovrà creare gli spazi adeguati per gran parte delle maestranze. Non cambierà nulla invece per una trentina di addetti impiegati nel magazzino collocato nelle vicinanze dello stabilimento principale".
"Quanto ai tempi di realizzazione – ha proseguito Innocenti – ci è stato assicurato che gli interventi dovrebbero concludersi entro il primo semestre del prossimo anno". A giugno, se non sorgeranno intoppi legati alla fornitura dei materiali edili, potrebbe dunque essere inaugurata la nuova fabbrica. Resta da chiarire l’organizzazione del lavoro nella fase transitoria.